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Effetto covid... Per i commercianti servirebbe un decreto Terapia intensiva

Dopo Cura Italia, Ristori, Sostegni, Sostegni bis e Imprese. Il prossimo passo? Forse un Decreto Terapia Intensiva

C’è una pandemia, oltre a quella sanitaria, che miete numerose vittime. Non sono incluse nel bollettino quotidiano di nessun Ministero, anche se le stime sarebbero alquanto indicative degli ulteriori effetti perniciosi del Covid. Lo sanno bene quegli operatori economici che ormai da più di un anno provano a non annegare nel mare magnum di una crisi dalle onde impetuose. Nel marzo 2020, il governo del premier Giuseppe Conte, di fronte a un evento certamente nuovo, provò a lanciare una ciambella di salvataggio con il Decreto Cura Italia, azzeccatissimo nel nome, riferito al contesto di riferimento, ma assolutamente insufficiente sul fronte delle risposte.

Quei contributi a pioggia, direttamente nelle buste paga dei cittadini, arrivarono a rilento e si dimostrarono un salvagente bucato. Il presidente del Consiglio dei ministri ha poi gettato l’ancora del Decreto Ristori: peggio che andar di notte. Una misura nata sotto la cattiva stella di un’etichetta equivalente al classico “contentino” o al piccolo sollievo a chi già era sul lastrico e germogliata tra le prevedibili proteste dei destinatari. Ed ecco il che ai nostri giorni si arriva ai Decreti Sostegni e Sostegni Bis, varati dal “Messia” Mario Draghi, salutati anch’essi da ampio malcontento e sit-in in piazza.

Il prossimo passo? Forse un Decreto Terapia Intensiva, visto che commercianti, artigiani, partite Iva e imprenditori, dall’inizio dell’emergenza epidemiologica a oggi, più che curati devono essere salvati coi ventilatori polmonari. Proprio come i pazienti più gravi.

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