La sostenibilità ambientale? Sì, certo. «Ma noi abbiamo un problema da 40 anni: siamo ingessati da una burocrazia opprimente. Abbiamo bisogno di sostenibilità amministrativa».
Marco Granelli, presidente di Confartigianato, 59 anni, emiliano di Salsomaggiore, titolare di una società di costruzioni, rappresenta 700mila imprese del variegato mondo dell'imprenditoria artigianale - dall'edilizia alla moda, dalla meccanica alle manifatture - con radici in 8000 comuni. Quella che siamo soliti definire la spina dorsale del Paese.
Resiliente, ancorché in sofferenza, durante l'ultimo anno e mezzo, pronta a contribuire allo scatto in avanti dell'Italia grazie ai fondi del Piano di rilancio. Ma aleggia, appunto, uno spettro storico: la burocrazia. «Abbiano 230 miliardi circa da investire, soprattutto in infrastrutture e in particolare al Sud, destinatario del 50% delle risorse», afferma in un'intervista ai quotidiani del Gruppo Ses il presidente di Confartigianato. «Saremo gli attori principali di quello che dovrà essere, giocoforza, lo strumento per il decollo dell'Italia. Ma non è pensabile affrontare le sfide che ci attendono con i tempi della nostra burocrazia». Non intende innescare polemiche Granelli. «Apprezziamo quello che sta facendo il ministro Brunetta, e il Governo Draghi; attendiamo di capire come le procedure saranno snellite e in che modo funzioneranno le Centrali di committenza. La riforma del processo civile, una diversa gestione dei contenziosi è altra questione di estrema rilevanza. Sappiamo che un treno come quello che ci ha messo a disposizione la Commissione Europea non passerà una seconda volta. Le imprese italiane», prosegue Granelli, che preannuncia una imminente visita a Palermo, «hanno entusiasmo. A noi non sfugge il ruolo economico e sociale che questo mondo riveste, né quello, con particolare orgoglio peraltro, di paladini del made in Italy. Ma è l'intera architettura statale a dover funzionare, nelle sue derivazioni locali. È accettabile che siano necessari 7 mesi per bitumare una strada? Fra l'altro le risorse del Recovery andranno spese entro il 2026. Magari una proroga ci sarà anche accordata, ma bisogna partire nel migliore dei modi, con efficienza e responsabilità». E onestà, aggiungiamo, non ignari di storici vizi italici al cospetto di grandi torte.
Fisco e pensioni sono gli altri due temi su cui ci soffermiamo con Marco Granelli, che sui punti ha idee non suscettibili di interpretazioni. «Sul cuneo fiscale bisogna intervenire. È una priorità. E la strada da seguire è obbligata: alleggerire il peso della contribuzione per arricchire le buste paga dei lavoratori. Ma per le imprese è anche una questione che attiene alla conquista di maggiore competitività sui mercati. L'abbassamento del terzo scaglione Irpef può essere uno strumento utile, mi attendo che il Governo fissi l'aliquota che si vuole applicare rispetto al reddito. Non possono sfuggire, inoltre, gli effetti sul versante dei consumi».
«Quanto alle pensioni», prosegue il presidente di Confartigianato, «rappresento categorie all'interno delle quali alcuni lavori sono gravosi e usuranti. Al di là degli equilibri di bilancio, ritengo necessario attivare politiche di tutela». Che, probabilmente, e facciamo aperto riferimento al Reddito di cittadinanza, mal si conciliano sotto gli aspetti di bilancio - perché la coperta è più ampia ma sempre corta resta - con alcune decisioni assistenzialiste.
«Abbiamo il miglior sistema di welfare del mondo», conclude Granelli, «e rappresento una Confederazione solidaristica per vocazione, ma in tutta franchezza questo Reddito di cittadinanza, pur comprendendo la dimensione di “calmiere sociale”, così com'è non funziona. Abbiamo visto le ripercussioni paradossali nei comparti del turismo e della ristorazione. Le correzioni di rotta previste nella manovra di bilancio sono opportune».
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