«Paradossalmente in questo momento è più difficile trovare dipendenti che clienti». Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, traccia un quadro positivo per la domanda turistica ma lancia l’allarme per la carenza di personale, in vista dell’estate. «E' difficilissimo per gli hotel reperire personale». Una situazione che si aggiunge ai problemi dovuti al Covid: non solo è arduo sostituire un dipendente che resta a casa per 10-12 giorni ma non si trovano gli stagionali. «Probabilmente succede perchè lo stipendio base di un facchino e di una cameriera è simile al reddito di cittadinanza. Gli stipendi sono bassi e il reddito diventa per molti un alibi per non lavorare».
Bocca: non si può chiedere alle aziende di alzare le retribuzioni
Ma secondo Bocca non si può chiedere alle aziende di alzare le retribuzioni: «uno stipendio di mille euro netti costa all’azienda 30 mila euro l’anno. La priorità è allora intervenire sul cuneo fiscale per dare più soldi in tasca ai dipendenti. Se per trovare un addetto devo alzare i salari, non devono farmi pagare più contributi. Considerando che le imprese devono affrontare anche l’aumento dei costi energetici, il costo del lavoro deve essere sostenibile». Il Reddito di cittadinanza non andrebbe eliminato - prosegue Bocca - ma sicuramente corretto affinchè serva ad aiutare chi ha veramente bisogno. Infine, Bocca solleva la questione delle regole Covid: «In altri Paesi chi viene contagiato dopo 6-7 giorni può uscire. In Italia stiamo a discutere ancora delle mascherina al chiuso mentre altrove hanno aperto tutto. Se il governo vuole mantenere regole stringenti, più penalizzanti di altri Paesi, allora provveda a risarcire le imprese».
Sib: reddito cittadinanza causa carenza personale
E’ emergenza personale nelle attività turistiche stagionali italiane in vista dell’estate. Gli imprenditori lamentano difficoltà nel reclutare lavoratori come conseguenza dell’introduzione del reddito di cittadinanza. «Inutile nasconderlo, chi percepisce il reddito di cittadinanza ha una doppia opzione, non lavorare oppure chiedere di essere impiegato in nero» dice all’AGI il presidente nazionale e pugliese del Sindacato italiano balneari (Sib), Antonio Capacchione, nel constatare le difficoltà di reclutare personale da impiegare nelle attività turistiche stagionali in vista della prossima estate. Il Sib, con i suoi circa 6mila iscritti in tutta Italia e 500 in Puglia, è l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa.
Capacchione: maggiore incidenza soprattuto nella riviera romagnola
«Si tratta di un fenomeno di rilievo nazionale - afferma Capacchione - che ha una maggiore incidenza soprattuto nella riviera romagnola, ma che è presente anche in Liguria, Veneto e in tutte le regioni costiere. Tutto ciò a dimostrazione che si tratta di un fenomeno nuovo, legato all’introduzione del reddito di cittadinanza, strumento che non vogliamo, però, criminalizzare. Stiamo sollecitando la politica e i sindacati per avviare una riflessione sul problema, al di la dello sterile dibattito avvelenato dai pregiudi. Sulle spiagge, a fine giornata - dice - non ritiriamo nemmeno più le attrezzature per riporle nei depositi, mentre nelle sale ristorante il servizio al tavolo viene sostituito sempre più spesso dal take away. Ciò accade perchè non troviamo lavoratori. Fino a qualche anno fa, in questo periodo, tra marzo e aprile, eravamo subissati dalle richieste di lavoro. Ora non accade più. I ragazzi vogliono il fine settimana libero, ma il sabato e la domenica sono i giorni di maggiore afflusso negli stabilimenti balneari, quindi, le loro pretese sono incompatibili con le nostre necessità».