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Caro benzina, nuovi tagli. Inflazione, il Governo studia il tema lavoro

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, all'apertura della sessione plenaria del Parlamento Europeo, Strasburgo, Francia, 03 maggio 2022. ANSA / Filippo Attili / Ufficio stampa Palazzo Chigi +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Con la benzina sopra 1,9 euro al litro, l’approssimarsi della data di scadenza del taglio delle accise e lo spettro del futuro bando del greggio russo, il tema del caro-carburanti torna al centro del dibattito, con la possibilità di un nuovo intervento del governo. Ma l’inflazione che galoppa e il timore - segnalato anche dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco - che le pressioni si trasmettano dai prezzi alle retribuzioni, accentua l’urgenza anche di una riflessione sul dossier lavoro, a partire dal nodo del salario minimo, con un pressing crescente per arrivare ad un accordo entro la legislatura. A far preoccupare nell’immediato è la nuova fiammata dei prezzi della benzina, che nonostante il taglio delle accise in vigore, al display del distributore continua a salire. Le quotazioni, che ieri hanno chiuso in forte rialzo, hanno spinto i prezzi, con la verde in modalità self arrivata a toccare 1,914 euro/litro (per il servito è oltre 2 euro) e il diesel a 1,831.

Da quando è iniziata la guerra, calcola l’Unione consumatori, un litro di benzina costa oltre 3 cent in più, il gasolio 9 cent. Rispetto ad un anno fa, stima il Codacons, per un litro di verde si spende il 20% in più, il 26% per il diesel. I rincari, secondo Federconsumatori, si traducono così in un aggravio di 264 euro per una famiglia che fa due pieni da 50 litri al mese. C'è poi da considerare che l’attuale taglio delle accise finisce l’8 luglio e con l’estate alle porte potrebbe rendersi necessario un nuovo intervento. Il governo non si è ancora mosso - 5 settimane sono tante e in una fase così fluida è meglio non muoversi con largo anticipo - ma che non si tratti solo di un’ipotesi lo conferma la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra: un nuovo intervento è «molto probabile», anche perché con l’aumento dei prezzi aumenta anche il gettito dell’Iva e il governo non intende metterlo nelle casse dello Stato, ma usarlo «per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo».

Finora il governo ha già varato due decreti ministeriali e due decreti legge, per complessivi 3,36 miliardi. Il meccanismo è quindi già impostato e se si decidesse di replicare, è probabile che intervenga nel solco dei precedenti provvedimenti, stanziando circa un miliardo al mese. E la strategia di svincolarsi dal gas russo compie un altro passo. Snam ha acquistato il 100% di Golar Lng Nb 134 Corporation da Lolar Solar per 350 milioni di dollari (330 mln di euro circa), titolare della nave di stoccaggio e rigassificazione Golar Tundra. L’imbarcazione, costruita nel 2015, può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Gnl) sia come rigassificatore galleggiante (Fsru). Entro giugno inoltre il gruppo potrebbe chiudere la negoziazione per una seconda nave dello stesso tipo. E se la priorità del governo in questa situazione di «grande incertezza» è «intervenire e sostenere le fasce più deboli e le imprese più in difficoltà», non è sul tavolo l’ipotesi di ricorrere ad uno scostamento di bilancio.

Finora sono stati messi sul piatto 30 miliardi senza ricorrervi, spiega Guerra: "se ci fosse una situazione emergenziale», potrà essere «preso in considerazione», ma non si pensi che «sia la soluzione di tutti i mali». Uno dei temi caldi, soprattutto dopo l'ammonimento di Visco ad evitare «una vana rincorsa tra prezzi e salari», resta il lavoro. A partire dalla necessità, ribadita da più parti di aumentare i salari, con i sindacati che tengono il pressing sulla necessità di detassare gli aumenti contrattuali. In questi 30 anni sono diminuiti ed è aumentata la precarietà del lavoro, avverte il leader della Cgil, Maurizio Landini, insistendo sulla necessità di un salario minimo, ma inserito nella cornice dei contratti «con tutti i diritti» che essi prevedono. E di rivedere il fisco sul lavoro dipendente. Con la corsa dell’inflazione c'è «un grave allarme sulla tenuta di valore reale delle retribuzioni», avverte la Uil, spiegando che la gran parte dei rinnovi contrattuali conclusi negli ultimi anni rischia di veder vanificato il tentativo di incrementare i salari. Qualche aumento va riconosciuto dice anche il ministro del lavoro, Andrea Orlando, che però evidenzia come molti contratti attendono ancora di essere rinnovati. Sul salario minimo il ministro ha ricordato che c'è una proposta che prevede come «il trattamento economico complessivo contenuto nei contratti possa diventare il salario minimo di riferimento per tutti i lavoratori di quel comparto». I tempi per il salario minimo sono maturi, sostiene Guerra, augurandosi che venga introdotto entro la legislatura.

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