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Manovra, niente 500 euro per i 18enni: c'è la Carta cultura. Smart working prorogato?

Non più 18 App ma al suo posto nasce ''carta cultura": «una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura», lo dicono Federico Mollicone, Rossano Sasso e Rita Dalla Chiesa. Il ministro Gennaro Sangiuliano e i sottosegretari stanno già lavorando ad un incontro ai primi di gennaio con le categorie per definire le linee di questa nuova carta, «senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici».

«Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso», spiegano il presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione, Rossano Sasso, e il capogruppo di FI in VII Commissione, Rita Dalla Chiesa.

«La sostituzione di 18app con una nuova «carta cultura» è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura. Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari - aggiungono - stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di Gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova «carta della cultura», senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie. L'emendamento sottoscritto dai gruppi parlamentari di maggioranza è volto all’istituzione di un nuovo welfare dello spettacolo, introducendo 100 milioni per l’indennità di discontinuità; per la riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, incrementando di 40 milioni di euro la dotazione; per il sostegno con 45 milioni complessivi alla filiera del libro e delle biblioteche, con ricadute per l’indotto anche delle librerie di prossimità, degli autori e dei traduttori; per il sostegno al cinema e alle sale; per il sostegno del patrimonio culturale materiale e immateriale. Renzi e Franceschini stiano tranquilli. Il Parlamento sarà principale sede per la definizione delle politiche culturali».

Investimenti nel Mezzogiorno

Intanto la premier Giorgia Meloni annuncia una serie di emendamenti a nome del governo «per sostenere e promuovere, anche nel 2023, gli investimenti nei territori del Mezzogiorno, nelle aree cratere del sisma dell’Italia centrale, nelle Zone economiche speciali e nelle Zone logistiche semplificate». Le proposte potrebbero arrivare già domani in commissione Bilancio convocata per sfrondare, con lo strumento delle ammissibilià, gli oltre tremila emendamenti depositati da tutti i gruppi e che toccano gli argomenti più disparati.

Critiche di Confindustria

Nel frattempo, sulla legge di Bilancio arrivano nuove critiche da Confindustria: «Manca attenzione al lavoro e alla crescita del Paese. Serviva un taglio del cuneo choc», dice il presidente degli industriali Carlo Bonomi. «Nella legge di bilancio - replica il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci - una parte considerevole dei fondi è andata alle misure sul caro energia e sul taglio del cuneo fiscale ma questo per il governo è solo l’impegno iniziale». Il governo, d’altra parte, è pronto a una serie di interventi successivi ai quali mettere mano nel corso della legislatura ma, di fatto, diversi nodi, anche in manovra, restano ancora da sciogliere. Se viene confermato anche da fonti di Palazzo Chigi che il tetto al contante resterà a 5mila euro, il governo è ancora al lavoro sulla questione della soglia sotto la quale scatta l’obbligo di accettare il pagamento con la carta e che nella legge di bilancio è fissato a 60 euro. Una decisione dovrebbe arrivare comunque la prossima settimana in base alle interlocuzioni che sono in corso con l’Ue. Da capire, poi, il destino della proposta di modifica di Fratelli d’Italia, che prevede uno scudo penale per le imprese che hanno aderito alla rateizzazione dei debiti contributivi dovuti all’Agenzia delle entrate.

Superbonus e pensioni

Molti emendamenti ripropongono il tema della proroga del superbonus al 110%. Il decreto aiuti quater prevede un decalage al 90% a partire dal 25 novembre. Ma da più parti, anche nella maggioranza, arriva la richiesta di una proroga almeno fino a 15 giorni dopo la pubblicazione della manovra. Sul fronte dello sblocco dei crediti d’imposta già maturati, invece, prende piede l'ipotesi, accanto a quello dell’utilizzo dello strumento degli F24, anche la possibilità di un coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti. Sempre nel decreto aiuti quater dovrebbe entrare, inoltre, la proroga della misura per i tavolini all’aperto liberi fino a fine giugno oggetto di un emendamento della Lega. Forza Italia, intanto, insiste sulla propria misura bandiera: l’ulteriore innalzamento delle pensioni minime a 600 euro. Una misura sulla quale, però, si registrano le resistenze della Lega per i costi che comporterebbe. La norma potrebbe comunque rientrare in un successivo e più ampio provvedimento di riforma delle pensioni.

Proroga smartworking

Una novità che potrebbe - invece - entrare già in manovra è la proroga dello smartworking. Un tema sul quale il governo è al lavoro da tempo e che è oggetto di una serie di emendamenti bipartisan. FdI propone la proroga di tre mesi o fino al 31 dicembre 2023 della normativa esistente, sia nel settore pubblico che nel privato. Sulla stessa linea anche il M5S, che si spinge oltre chiedendo con Iv il «diritto al lavoro agile» per lavoratori (o loro familiari conviventi) con handicap grave, immunodepressi, affetti da patologie oncologiche, degenerative o in terapia salvavita. Tra le proposte bipartisan anche l’aumento dei fondi per i caregiver mentre dalla maggioranza arrivano proposte a sostegno dei nonni «volte a favorire la loro inclusione nella struttura della famiglia». E spunta addirittura un assegno per gli animali d’affezione ospitati in famiglia. Molte delle proposte di modifica sono, comunque, destinate a cadere sotto la tagliola delle ammissibilità che scatterà domani.

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