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Caos sulla manovra, maggioranza nel pantano. Slittano gli emendamenti

E’ caos sulla manovra. Si cerca ancora l’intesa in maggioranza e slitta così l’approdo in commissione Bilancio del pacchetto di emendamenti del governo che era stato annunciato per oggi.

«Gli emendamenti sono attesi domani in tarda mattinata, tra le 10 e le 14», promette Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione e relatore del provvedimento, e l’obiettivo sarebbe quello di arrivare a un ok per lunedì sera. Ma i tempi sono strettissimi e le opposizioni vanno all’attacco. «Non c'è alcun accordo né sul metodo né sul merito» e ora «temiamo che l’obiettivo di una parte del governo sia arrivare a non approvare nessuna modifica. Il problema è nella maggioranza», dicono i capigruppo di Pd e Avs, Ubaldo Pagano e Marco Grimaldi.

Intanto per oggi all’ufficio di presidenza convocato per illustrare i contenuti del pacchetto del governo le opposizioni fanno sapere di non aver ricevuto indicazioni concrete, ma di fatto, solo i titoli di una serie di misure sulle quali l'esecutivo sarebbe intenzionato a intervenire: dalle pensioni al sud agli enti locali fino al discusso pacchetto giustizia annunciato dal viceministro Sisto e alle misure del decreto aiuti quater sulle società sportive e sulla proroga dei termini per la Cilas. Ma in questa situazione di «confusione» e «stallo», spiegano dall’opposizione, è difficile sottoscrivere un’intesa sui tempi d’esame e sulla destinazione della dote per le modifiche parlamentari. Al tavolo, per altro, ci sarebbe stato addirittura chi - viene riferito - avrebbe ipotizzato di inserire tutte le modifiche da finanziare con il cosiddetto tesoretto del Parlamento in un odine del giorno. Proposta rinviata al mittente da tutti. «Stiamo solo perdendo tempo», allarga le braccia il capogruppo del Terzo Polo, Luigi Marattin. «Ogni giorno cambiano le carte in tavola», attacca anche Pagano.

Maggioranza a caccia della quadra

«Avete mai visto un fiume che non arriva al mare?», dice il sottosegretario Federico Freni, provando a gettare ottimismo sul prosieguo dei lavori. Ma - di fatto - la maggioranza, sembra ancora alla ricerca di una quadra che stenta ad arrivare. Manca un accordo finale e mancano le carte ma i punti sui quali potrebbero vertere le novità prendono comunque forma. Dal governo - spiega Pella - arriveranno circa 20 emendamenti, mentre sulle modifiche proposte dai relatori ogni gruppo sta facendo i suoi calcoli. «I due ordini del giorno» al decreto aiuti quater, sulla proroga del superbonus e sui versamenti delle società sportive "dovrebbero confluire nell’emendamento del governo: per noi sono prioritari», dice Pella. Insieme al pacchetto giustizia che sembra, però, destinato a polemiche da parte dell’opposizione. Con il Pd che oggi ricorda i «dieci condoni» fiscali già inseriti in manovra e contro i quali ha depositato emendamenti soppressivi.

Si va verso proroga opzione donna nella forma attuale

Intanto, tra le misure destinate quasi certamente a entrare, ci sono quelle riguardanti il fronte pensioni. A partire dalla proroga di Opzione donna nella forma attuale, in attesa della riforma più complessiva alla quale la ministra del Lavoro ha già annunciato di voler mettere mano. Viene dato per quasi certo, inoltre, da più parti nella maggioranza, l’inserimento in manovra della misura, avanzata in primis dalla Cisl, di un allentamento della stretta sulle rivalutazioni delle pensioni alzando la soglia degli assegni indicizzati al 100% da 4 a 5 volte il minimo. Si tratta ancora poi sull'innalzamento delle minime, fortemente voluto da Forza Italia, che, stando alle ultime notizie, si dovrebbe, però, accontentare - secondo riferito - di 590 euro (non 600 come chiesto) con il paletto della platea degli over75. Niente da fare, invece, per l’abbassamento dell’Iva sul pellet chiesto in emendamenti di tutta la maggioranza e fortemente voluto dalla Lega ma per il quale, evidentemente, le risorse non sono ancora state individuate. Dovrebbe entrare, invece, la misura per bloccare il payback per le imprese sanitarie anche se la sospensione dovrebbe essere di soli due mesi in attesa di un tavolo sulla questione. Confermata, infine, la proroga quantomeno fino a marzo dello smart working per i lavoratori fragili e i genitori di under14.

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