
E' confermato lo sciopero dei benzinai per protesta contro le decisioni assunte dal Governo sul controllo dei prezzi dei carburanti e delle relative sanzioni applicabili ai gestori delle stazioni di servizio. Purtroppo anche l'ultimo tentativo di evitare la serrata è andato a vuoto. «Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero» che quindi «rimane confermato». Così in una nota i presidenti di Fegica e Figisc/Anisa spiegando che «il tentativo in extremis fatto dal ministro Urso, peraltro apprezzato, non riesce ad intervenire con la necessaria concretezza». Anche se la presidenza nazionale Faib Confesercenti, riunita d’urgenza, a seguito dell’incontro con il ministro Urso, ha valutato e ritenuto positive le aperture presentate e già formalizzate con un emendamento al decreto legge e ha deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione. La decisione verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per domani mattina, mercoledì 25 gennaio. Domani alle 11 è in programma un’assemblea dei gruppi dirigenti delle organizzazioni di categoria dei distributori di carburanti, presso la sala Capranichetta di Piazza Montecitorio, aperta a deputati e senatori di tutti i gruppi parlamentari.
La sciopero di 48 ore dei benzinai confermato da Fegica e Figisc per il 25 e 26 gennaio scatterà alle 19 di oggi martedì 24 e si concluderà alla stessa ora del giovedì 26 mentre quello della Faib scatterà alle 19 di oggi martedì 24 e si concluderà alla stessa ora di mercoledì 25. La chiusura, spiegano le associazioni, prevede anche lo stop dei distributori self service, saranno però garantiti dei servizi minimi essenziali con un determinato numero di stazioni di servizio in funzione sia nelle città sia sulle reti autostradali. Potrebbero restare aperti, anticipano, gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere.
Intanto, dopo la polemica dei giorni scorsi e il botta e risposta tra il ministro Urso e le associazioni dei benzinai, oggi interviene Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera M5S: «Le accuse rivolte ai benzinai da parte del governo, additati come i responsabili della speculazione per l’aumento dei prezzi del carburante, dimostra come questo esecutivo scelga sempre di colpire gli anelli più fragili della catena per coprire le proprie inadeguatezze e incompetenze. Lo sciopero dei benzinai, così come tanti altri provvedimenti e posizioni sbagliate del governo Meloni, causerà gravi danni ai cittadini, costretti a fare i conti con un esecutivo che, non solo non riesce a risolvere i problemi, ma ne causa di nuovi. Giorgia Meloni e la sua maggioranza dovrebbero immediatamente ammettere di aver cercato un capro espiatorio per cercare di nascondere gli effetti delle loro scelte politiche e chiedere scusa alla categoria dei benzinai, e dopo di loro a tutti gli italiani», conclude.
Anche il presidente della Regione Liguria e leader di 'Italia al Centro', Giovanni Toti, a 'Mattino Cinque' su Canale 5 interviene sullo sciopero dei benzinai confermato il 25-26 gennaio. «Capisco l’idea di proporre un cartello davanti al benzinaio che ti dà il prezzo medio, ma credo che oggi ci siano altre tecnologie e modi per farlo. La misura ricadrebbe sul singolo gestore che è il meno responsabile di tutti. È il Governo a dover controllare che le grandi compagnie non facciano cartello per tenere su i prezzi. Quando i prezzi dei carburanti salgono, alla pompa salgono, ma quando scendono non si riequilibrano mai alla stessa velocità - ha concluso -, bisogna trovare un meccanismo».
E, a proposito di tentativi dell'ultim'ora per scongiurare lo sciopero, è intervenuto il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia Luca Squeri, a Agorà, su Rai Tre: «In tutte le vertenze ci sono margini di manovra. Per questo spero che le rappresentanze dei benzinai siano convocate al più presto dal ministro Urso. C'è tempo fino a domattina, si tenti fino all’ultimo di scongiurare lo sciopero. Il decreto varato dall’Esecutivo ha degli obiettivi condivisibili, ma alcuni aspetti sono migliorabili. Ci impegneremo in questo senso. Personalmente, credo sia necessario riorganizzare il metodo delle sanzioni, affinché semplici dimenticanze non si traducano in mille euro di multa», ha concluso.
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