Sono giorni di pagamenti dell'assegno unico per milioni di famiglie italiane. Dall'Inps sono partiti i bonifici sui conti correnti e i beneficiari dell'assegno unico potranno vedere anche dei piccoli aumenti della somma spettante. Aumenti già avvenuti nel mese di gennaio e che proseguiranno ora a febbraio per via dell'inflazione. Chi ad esempio ha finora percepito 175 euro di assegno, a febbraio ne riceverà all'incirca 15 euro in più.
Importi e aumenti
L'Inps ha infatti precisato che gli importi dell'assegno spettanti per l'annualità 2023 saranno determinati tenendo conto delle disposizioni in base alle quali l'assegno e le relative soglie Isee sono adeguati annualmente alle variazioni dell'indice del costo della vita; inoltre, secondo quanto disposto dalla legge di bilancio 2023, verranno incrementati gli importi spettanti ai minori entro il primo anno di vita e quelli per i nuclei numerosi. La norma ha inoltre stabilizzato gli aumenti effettuati nel corso del 2022 in favore dei figli disabili maggiorenni e confermato l'incremento dell'eventuale maggiorazione transitoria per i nuclei con figli disabili.
Per quanto riguarda i dati marzo-dicembre 2022, per i nuclei non percettori di RdC, circa la metà degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro; circa il 20% dei figli, invece, appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee. Per essi, con riferimento al mese di dicembre, l'importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da poco meno di 50 euro (per chi non presenta Isee o supera i 40mila euro) a195 euro per le classi di Isee fino a 15mila euro. L'Inps ricorda che l'importo base dell' assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, va da un minimo di 50 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 40mila euro, ad un massimo di 175 euro per Isee fino a 15mila euro.
Maggiorazione anche per nuclei vedovili
La maggiorazione per l’Assegno unico universale per i figli a carico erogata alle famiglie nelle quali entrambi i genitori lavorano è estesa anche a quelle nelle quali uno dei genitori viene a mancare per un anno dal decesso. E' quanto emerge da un messaggio pubblicato dall’Inps. La norma sull'assegno unico stabilisce che nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili. L’importo spetta in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per livelli di Isee superiori si riduce gradualmente fino ad annullarsi in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. Per livelli di Isee superiori a 40.000 euro la maggiorazione non spetta. «Tenuto conto della maggiore fragilità dei nuclei vedovili, su conforme parere del Ministero del Lavoro - si legge - si comunica che è erogato d’ufficio il bonus per il secondo percettore di reddito ai nuclei vedovili per i decessi del genitore lavoratore che si sono verificati nell’anno di competenza in cui è riconosciuto l’Assegno. Al fine di beneficiare della maggiorazione non è previsto alcun adempimento ulteriore in capo agli utenti interessati. Pertanto, per le domande di Assegno presentate a decorrere dal 1° gennaio 2022, la maggiorazione in esame sarà applicata fino al mese di febbraio 2023 e cesserà di essere erogata a decorrere dalla rata di Assegno - qualora spettante - per la mensilità di marzo 2023. Tale prassi - conclude il messaggio - troverà applicazione anche per le future annualità di erogazione dell’Assegno; pertanto, il decesso del genitore lavoratore nel corso dell’annualità di fruizione dell’Assegno non comporta la perdita del bonus sino alla conclusione dell’annualità della prestazione stessa».
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