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Istat: deficit 2022 all'8%, pesa calcolo Superbonus

Istat rivede anche due anni precedenti, nel 2021 peggiora al 9%

I bonus edilizi pesano come spesa pubblica direttamente nel primo anno di avvio, senza essere invece spalmati nell’arco degli anni previsti dalla detrazione. E' questo il 'verdetto' a cui sono giunti Istat ed Eurostat per calcolare l’impatto sui conti pubblici dei crediti d’imposta, a partire dal Superbonus, per il quale il governo Meloni ha deciso a febbraio di eliminare i meccanismi di sconto in fattura e cessione del credito, cercando in questo modo di limitarne proprio l’effetto sul deficit.

Dai dati Istat diffusi oggi emerge dunque l’impatto sul 2021 (anno chiuso con il deficit al 9%) e soprattutto sul 2022, che rispetto alle stime del 5,6%, ha invece registrato un deficit dell’8%. Nel 2023 e negli anni a seguire, considerando lo stop alle cessioni e la nuova classificazione statistica, il peso sull'indebitamento dovrebbe invece essere decisamente inferiore, lasciando più spazio di manovra per eventuali altri interventi di politica economica. La differenza sta nella classificazione del credito, se sia cioè da considerare 'pagabile' o 'non pagabile'. Nel caso in cui vi siano limiti alla fruibilità del credito, il credito è definito come «non pagabile», quindi da registrare nei conti pubblici come minore entrata nel momento del suo utilizzo. Nel caso in cui, invece, esista una ragionevole certezza che, nel corso del tempo, il credito sarà utilizzato nella sua interezza, il credito fiscale è da ritenersi «pagabile» e quindi deve essere registrato come spesa delle amministrazioni pubbliche, per un ammontare pari all’intero importo maturato, nell’anno di sostenimento della spesa agevolata. Quando la misura è classificata «non pagabile», l’impatto è diluito negli anni di utilizzo del credito fiscale; quando la misura è classificata "pagabile», l’impatto sull'indebitamento delle amministrazioni pubbliche si concentra invece esclusivamente nel primo anno.

«Alla luce del nuovo quadro interpretativo e a seguito dell’esito degli approfondimenti metodologici condotti congiuntamente da Istat e Eurostat, - spiega l’Istituto di statistica - è mutato il trattamento contabile del Superbonus 110% e del cosiddetto bonus facciate a partire dall’anno di stima 2020. Entrambi i crediti di imposta sono ora classificati come crediti di imposta di tipo pagabili e registrati nel conto consolidato delle amministrazioni pubbliche come spese per l'intero ammontare, ossia nel momento di sostenimento della spesa di investimento agevolata. Nelle precedenti stime, entrambe le agevolazioni erano state classificate come crediti di imposta di tipo non pagabili ed erano quindi registrate come minor gettito nell’anno di utilizzo del credito (quindi, come minore entrata tributaria)».

Pil 2022 a +3,7%, Istat ritocca le stime al ribasso

Nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.909.154 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente e del 3,7% in volume. Lo comunica l’Istat ritoccando al ribasso le stime diffuse il 31 gennaio scorso che indicavano una crescita dell’economia del 3,9%. I dati di oggi sono in linea con le stime della Nadef che a novembre scorso aveva fissato la crescita 2022 proprio al 3,7%.

Debito 2022 scende al 144,7%, meglio di stime Nadef

Il rapporto debito/Pil è sceso nel 2022 in Italia. Le rivelazioni Istat sulla contabilità nazionale indicano per lo scorso anno un rapporto al 144,7% contro il 149,8% del 2021. Il dato è migliore delle stime della Nadef che indicavano per lo scorso anno un debito al 145,7% del Pil.

Pil 2021 rivisto al rialzo, crescita al 7%

L’Istat rivede al rialzo le stime sul Pil 2021. Secondo i nuovi calcoli, il tasso di crescita dell’economia in volume è stato del 7% rispetto al 6,7% stimato. Per l’anno 2020, quello in cui più pesante è stato l’impatto del Covid, la variazione del Pil è invece rimasta invariata a -9%.

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