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Novità Whatsapp, sì alla modifica dei messaggi

Nel giorno in cui Meta si vede infliggere una maxi multa per violazioni delle norme sulla privacy

Nel giorno in cui Meta si vede recapitare dall’Autorità irlandese per la privacy una multa da 1,2 miliardi di euro per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati personali, annuncia una novità che non potrà che agevolare gli utenti di Whatsapp.
Sarà infatti possibile poter modificare i messaggi subito dopo averli inviati. Correggere errori o comunque modificare il testo sarà possibile, però, solo entro i 15 minuti successivi all’invio del messaggio. «Quando ti capita di fare un errore o semplicemente di cambiare idea, ora hai la possibilità di modificare i messaggi inviati», scrive Meta sul suo blog. La novità era in effetti attesa perché un po’ a tutti gli utenti di questa popolare applicazione di messaggistica è capitato di non poter modifica un messaggio dopo il suo invio sulle chat.
Sarà sufficiente, come spiega la stessa Meta, tenere premuto un messaggio inviato e scegliere “Modifica” dal menu. A quel punto si potrà operare. Dall’altra parte dello schermo, gli utenti della chat vedranno soltanto la scritta “Modificato” senza però poter più visualizzare il messaggio originario.
Nei giorni scorsi, era stata introdotta una ulteriore funzione che permette agli utenti di mantenere alcune conversazioni più private. Lo strumento si chiama “Chat Lock” e consente di bloccare qualsiasi chat, collocandola in una cartella specializzata accessibile solo tramite dati biometrici, come un’impronta digitale o una scansione del volto, o attraverso l’inserimento di una password. «Le nuove chat bloccate in WhatsApp rendono le tue conversazioni più private», aveva scritto il fondatore di Meta.
Per ora, però, Meta è impegnata a respingere la richiesta, per conto della Ue, dell’Autorità irlandese per la privacy. Una punizione «ingiustificata» per Meta, che per bocca del presidente per gli Affari globali, Nick Clegg, e del capo dell’ufficio legale Jennifer Newstead, promette battaglia in tribunale. E si scaglia contro quel «conflitto di leggi tra le regole del governo degli Stati Uniti sull’accesso ai dati e il diritto alla privacy europeo, che i responsabili politici dovrebbero risolvere in estate».
E che rappresenta il vero nodo da sciogliere per la gestione della privacy tra le due sponde dell’Atlantico. Da anni in cerca di un accordo sui flussi di dati dopo che i vecchi quadri normativi sono stati invalidati dalla giustizia europea per timori di sorveglianza da parte dei servizi americani, Bruxelles e Washington puntano a riscrivere le regole «entro l’estate».

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