“La lezione principale degli ultimi anni riguarda qualcosa che noi assicuratori capiamo meglio di chiunque altro: il rischio e l’incertezza sono e resteranno le condizioni normali del nostro tempo. Ma non possiamo aspettare che il rischio e l’incertezza si diradino, prima di iniziare a programmare il futuro. Dobbiamo comunque progettare, investire, fare riforme, agire e preparare l’Italia di domani. Insieme”. Un’apertura, un’assunzione di responsabilità, una dichiarazione d’impegno da parte del comparto assicurativo nelle parole di Maria Bianca Farina , presidente di Ania, durante l’assemblea annuale dell’associazione che riunisce oltre 130 compagnie italiane.
“Insieme, per un futuro responsabile” è stato il claim dell’evento tenutosi a Roma, all’auditorium Parco della Musica, e apertosi con i messaggi di saluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ad intervenire il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, e il presidente dell’Istituto di vigilanza Ivass Luigi Signorini, presente in platea il presidente del Senato Ignazio La Russa.
Mattarella: ridurre i rischi per garantire i diritti
“La tutela assicurativa - ha affermato il Capo dello Stato nel messaggio di saluto all’assemblea - svolge un ruolo cruciale nel panorama socio-economico del Paese, generando benefici individuali e collettivi che concorrono alla coesione sociale e alla mitigazione dei rischi. Nell’interazione basata sul principio di sussidiarietà pubblico e privato, a soddisfacimento di bisogni quali la previdenza complementare, la sanità integrativa, la protezione dai rischi per i cittadini, è importante affermare, sempre, i criteri della finalità generale. La riduzione dei rischi è un fattore essenziale per generare società in cui sia concreta la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti. Le imprese assicuratrici sono altresì elemento essenziale quali investitori di lungo periodo per la stabilità finanziaria contribuendo a sostenere settori determinanti per la crescita del Paese”.
Meloni: un modello che metta al centro le persone
La presidente Meloni ha posto l’accento sulla responsabilità etica del comparto assicurativo, improntato ad una funzione solidale e chiamato ad essere vicino alle persone e ai loro bisogni: “L’attività di raccolta del risparmio – ha auspicato Meloni – sia sinonimo di sicurezza, a supporto dell’economia reale. Il Governo – ha ribadito –intende collaborare con il settore assicurativo per un modello che metta al centro le persone, promuovendo l’educazione finanziaria e il risparmio. Il Governo considera il settore assicurativo un prezioso alleato ed è sempre pronto all’ascolto”.
Articolato l’intervento del ministro Urso che ha delineato gli scenari socioeconomici internazionali segnati in particolare dalla situazione geopolitica conseguente all’invasione russa dell’Ucraina e alla sua incidenza sul mercato delle materie prime. Urso ha condotto un’ampia disamina sulla situazione dell’economia italiana, evidenziando come, in particolare, quella legata al comparto assicurativo con oltre 160 miliardi di euro abbia rappresentato il 9,1% del PIL nel 2022, in uno scenario non facile che ha avuto anche un impatto sulle scelte legate al settore assicurativo. Un settore che però “ha dimostrato solidità strutturale, che è la solidità del sistema Italia”. “Le previsioni erano fosche – ha ricordato Urso – si parlava della fuga degli investitori, del crollo della borsa italiana, invece gli investitori stranieri sono aumentati”.
Il ministro ha poi fatto riferimento alla capacità di investimento delle compagnie assicurative e ai buoni risultati dell’economia italiana nell’uso delle “materie prime critiche” e quindi sulla strada della sostenibilità e dell’affrancamento dai fornitori esteri rispetto alla quale si sta snodando l’azione di governo. In tal senso, Urso ha indicato alcuni obiettivi interconnessi, e cioè il sostegno alla natalità e la crescita economica, anche attraverso l’allineamento tra la domanda di professionalità delle aziende (che lamentano 2 milioni di posti non coperti) e il recupero di quella drammatica quota di giovani NEET (che non studiano, non si formano e non lavorano) pari a circa 3 milioni di persone tra i 18 e i 24 anni.
Importante di fronte alla platea di Ania il riferimento di Urso al disegno di legge che, di concerto con il ministro dell’economia Giorgetti, contemplerà norme relative al sistema assicurativo, e in particolare volte a dare certezze a chi si assicura contro le catastrofi per ottenere il risarcimento in tempi celeri, incentivando quindi la cultura della prevenzione, in un clima di confronto con il settore.
Farina: il cambiamento climatico e il pensiero all’Emilia-Romagna
“L’economia italiana ci ha sorpreso al rialzo – ha affermato la presidente Farina nella sua relazione annuale - ma, malgrado il calo dei prezzi del gas, la produzione industriale è in declino da quattro mesi. Soprattutto, la guerra alle porte dell’Unione Europea non è affatto risolta e potrebbe durare ancora a lungo. Quali sono le cose riguardo al futuro che conosciamo già, le certezze nell’incertezza? Faccio solo alcuni esempi. Il cambiamento climatico non è più semplicemente un rischio, ma una realtà”, ha ribadito rivolgendo un saluto speciale all’Emilia-Romagna ed esprimendo a tutta la popolazione colpita “il nostro cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza, ma anche l’ammirazione di tutti noi per il coraggio e la capacità di essere solidali. ANIA e le compagnie assicurative vi sono state e continueranno a essere al vostro fianco per sostenere la ripartenza”. E un ampio riferimento al disastro che ha colpito quelle zone è stato condotto anche nella parte introduttiva dell’evento, nel testo letto dall’attrice Anna Foglietta con un inno alla bellezza del nostro Paese e all’impegno collettivo nella sua protezione.
Con l’età media crescono le esigenze di tutela
“C’è poi almeno una seconda certezza, nell’Italia di oggi – ha ricordato Farina - il numero di persone oltre gli 80 anni crescerà dagli attuali 4 milioni a circa 5,5 milioni tra vent’anni (+37%) e a circa 7 milioni dopo un ulteriore quarto di secolo (+75%). Tutto ciò significa che questo futuro dobbiamo prepararlo da subito, perché esso ha mille implicazioni e la richiesta di assistenza è destinata a salire impetuosamente. Da qui le domande che porteremo con noi, qualunque cosa accada sugli scacchieri della geopolitica o dell’economia globale: come proteggere meglio la popolazione italiana dagli effetti del cambiamento climatico? Come garantire un’assistenza sanitaria e sociale dignitosa in una società che invecchia? Come far sì che l’aumento dell’aspettativa di vita – in sé un grande progresso – non diventi un onere per i familiari, spesso le donne, chiamati a compiti di sostegno agli anziani? Come far sì che questo fenomeno non diventi un altro ostacolo alla conciliazione dei tempi delle donne fra vita familiare e lavoro? Che non diventi, in ultima analisi, un ulteriore ostacolo alla natalità? Per questo vorrei dire alle Autorità, al Governo, che noi ci siamo. L’Italia ha bisogno di protezione dai rischi, di coesione, conciliazione, ripresa demografica, certezze in campo di assistenza sanitaria. Le sfide aumentano, il debito pubblico è elevato. Si impone, quindi, una riflessione di grande realismo. Programmare il futuro è il nostro mestiere e sono certa che sia possibile trovare formule attraverso le quali possiamo metterci al servizio del Paese, in un modo che sia sostenibile per le famiglie, anche le meno fortunate, così come per la finanza pubblica”.
Tra pubblico e privato una proficua sinergia
“Già oggi - ha proseguito - la spesa totale privata per integrare prestazioni pubbliche come le pensioni, la sanità e l’assistenza, supera i 100 miliardi. Così ci dicono le stime di studi più recenti. Questa spesa delle famiglie, per il 46% è destinata alla salute e per il 34% all’assistenza per le persone non autosufficienti. E soprattutto, dato quello che sappiamo del debito pubblico, della pressione fiscale e della demografia italiana, questa spesa non potrà che crescere. È giusto? È sostenibile? No. È il tempo di pensare a strategie diverse. Il caposaldo è che all’Italia oggi serve un modello di welfare innovativo che possa integrare nel modo più equo ed efficiente l’uso di risorse pubbliche e private. È possibile associare più strettamente il sistema pubblico di welfare con l’assicurazione privata, che nel tempo ha già dimostrato la sua efficacia nella condivisione dei rischi e nel promuovere la prevenzione. Integrare le risorse dello Stato con quelle private – sotto la guida pubblica, naturalmente – potrebbe consentire di creare un sistema di protezione più inclusivo e capace di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini”.
Catastrofi naturali: la protezione contiene le perdite
“Sui rischi legati al cambiamento climatico – ha specificato Farina - sono sempre più evidenti le conseguenze macroeconomiche che possono derivare da eventi meteo estremi. Tutte le autorevoli raccomandazioni internazionali individuano l’assicurazione contro le catastrofi come strumento chiave per contenere le perdite. Essa favorisce finanziamenti rapidi per la ricostruzione e incentiva la mitigazione del rischio. Si tratta di aspetti vitali per un Paese così esposto come il nostro: il costo di una catastrofe non dipende solo dalla gravità dei danni iniziali, ma anche da quanto velocemente può essere completata la ricostruzione. E qui noi italiani non siamo certo all’avanguardia in Europa. Se si includono anche i terremoti, la quota di danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale: è di gran lunga il dato più basso fra i principali paesi europei. Nella classifica globale del “Resilience Index” di Swiss Re, l’Italia oggi è ventinovesima su 39 paesi considerati. Per questo la strada da intraprendere è chiara: va definito un sistema ex ante pubblico-privato che poggi sulla mutualizzazione dei rischi e garantisca attenzione rigorosa alla prevenzione, trasparenza nelle procedure, opportune modalità di finanziamento della gestione delle emergenze post-evento e, soprattutto, tempi certi e ragionevoli di risarcimento. Sono anni che si discutono iniziative al riguardo, senza giungere a una soluzione. Proprio in questi giorni, è in fase avanzata un disegno di legge delega che affiderebbe al Governo l’individuazione di strumenti assicurativi e riassicurativi per la copertura dei rischi derivanti da eventi naturali catastrofali. La velocità del cambiamento climatico e, purtroppo, il ripetersi delle sciagure ci dicono che non c’è tempo da perdere”.
Un percorso condiviso grazie al PNRR
“Ci impegneremo attivamente - assicura la presidente Ania - per supportare il Governo nel definire le migliori soluzioni. Fare sistema in un contesto del genere significa cercare modalità innovative, ma equilibrate e di buon senso, perché il pubblico e il privato, lo Stato e le imprese, collaborino alle priorità strategiche. Abbiamo esempi in tutta Europa dell’efficacia di questa collaborazione. Possiamo rispondere insieme alle esigenze delle famiglie e delle imprese. Il quadro perché ciò avvenga c’è: si chiama Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il PNRR. Un percorso da fare insieme, il cui impianto individua correttamente le priorità: l’ambiente, la sicurezza energetica, il diritto alla salute, il diritto all’educazione fin dalla prima infanzia, la parità di genere, la trasformazione tecnologica e digitale, lo sviluppo delle infrastrutture, specie nel Mezzogiorno. E ancora: la giustizia civile da rendere più simile nei tempi a quella degli altri paesi europei, un’amministrazione pubblica più capace di rispondere ai cittadini, una cultura della concorrenza che metta radici più salde nel Paese, così come il contrasto all’evasione fiscale e una giustizia tributaria più efficiente. Non è il momento di dividersi, ma di aprire cantieri nuovi e promettenti come quello di un mercato dei capitali più integrato in Europa, nonché quello dell’innovazione da governare e regolare”.
Governare il progresso tecnologico
In questa prospettiva, ANIA “è determinata – ha aggiunto Farina - a svolgere un ruolo a servizio dei suoi Associati per accompagnare il loro percorso evolutivo di utilizzo e governo dell’intelligenza artificiale. È necessario che le regole non diventino un vincolo alla velocità e flessibilità con cui le compagnie di assicurazione possono perseguire i loro piani di innovazione e offrire ai clienti nuove polizze e nuovo valore aggiunto. Al contempo, è importante che tali regole non inficino le garanzie di privacy e riservatezza dei dati dei clienti. È infine necessario evitare che, come in altri settori negli anni recenti, si creino asimmetrie regolatorie tra chi già opera con investimenti, infrastrutture, patrimonio e nuovi entranti, che offrono polizze senza vincoli minimi di qualità e affidabilità patrimoniale”.
Il caso Eurovita e le sinergie per superarlo
Sia il ministro Urso che la presidente Farina hanno poi fatto riferimento al caso Eurovita, la società finita in amministrazione straordinaria con la sospensione dei riscatti dei contratti di assicurazione per oltre 400.000 polizze: “Il rialzo repentino dei tassi – ha chiarito Farina - ha innescato la crisi di Eurovita, compagnia di medio-piccole dimensioni che, come puntualizzato dal presidente dell’IVASS, era caratterizzata da specifiche debolezze. La crisi di questa compagnia, unica nella storia assicurativa italiana, ha impegnato negli ultimi mesi le Autorità, le imprese assicurative e le banche distributrici in una complessa operazione di sistema finalizzata a salvaguardare i risparmi dei clienti. Le maggiori compagnie assicurative italiane del comparto vita, Allianz Italia, Generali Italia, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e UnipolSai Assicurazioni, e altre potrebbero aggiungersi nel prosieguo, hanno aderito all’operazione di salvataggio, collaborando responsabilmente al fianco delle Istituzioni, con il primario obiettivo di tutelare gli assicurati di Eurovita. L’intera operazione fornisce un chiaro segnale di fiducia al mercato e agli assicurati e dimostra ancora una volta la solidità, la serietà e il grande senso di responsabilità degli importanti operatori intervenuti, nonché della cultura stessa dell’industria assicurativa nel suo complesso”.
Valorizzare l’investimento assicurativo
“La stella polare – ha ribadito ancora Farina - è che va valorizzato in Italia l’investimento assicurativo a medio e lungo termine, il più adatto alle esigenze delle famiglie italiane e del sistema produttivo in generale. È l’unico che può garantire flussi di finanziamento – anche in titoli meno liquidi – per le piccole e medie imprese italiane. Per questo bisogna estendere ai prodotti assicurativi tradizionali l’agevolazione sui rendimenti – a favore dei risparmiatori – sui cosiddetti “investimenti qualificati”, tra i quali anche i Piani Individuali di Risparmio (PIR). Lasciare ancora fuori dalle agevolazioni proprio i prodotti assicurativi, mentre sono inclusi quelli di altri investitori istituzionali, significherebbe, infatti, consolidare disincentivi a danno di un’industria strategica, in un momento particolarmente delicato”.
Nel 2022 chiusi 139 siti di polizze false
A delineare durante l’assemblea Ania l’andamento dell’attività di vigilanza svolta sul settore è stato il presidente IVASS Signorini, evidenziando un dato di particolare allarme, relativo all’incidenza dell’intermediazione abusiva attuata da siti truffaldini che propongono polizze fake, allettando i possibili clienti con prezzi stracciati e condizioni apparentemente favorevoli. Nel 2022, ha riferito Signorini, sono stati chiusi ben 139 falsi siti, mentre per quest’anno sono già giunte ben 300 segnalazioni. Intensa quindi l’attività volta a tutelare i consumatori e le aziende in regola contro questa fonte di concorrenza sleale, attraverso interventi di controllo e deterrenza, come la pubblicazione di una black list dei soggetti segnalati, ma anche con la diffusione della “white list” di società affidabili e azioni volte ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza del grande pubblico contro le truffe. Di “serenità e giusto orgoglio” ha poi parlato il presidente Ivass nel riferirsi all’interazione sviluppata nell’ultimo anno tra le compagnie e l’organismo di supervisione, auspicando anche per il prosieguo livelli di attenzione adeguati al livello dei rischi che gli scenari futuri profilano.
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