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Bonus mamme, la beffa delle tasse in più e il rischio boomerang. Così si riduce l'assegno unico

Rischia di diventare un caso politico il provvedimento del governo sul bonus mamme. La misura riguarda le lavoratrici a tempo indeterminato con almeno due figli sotto i dieci anni. I contributi previdenziali vanno in deduzione e ciò significa che si sottraggono al reddito lordo abbattendo l'imponibile Irpef. Un meccanismo incredibilmente non considerato dai tecnici che hanno impostato la misura a sostegno delle lavoratrici. Insomma, risorse che arrivano da un lato ma che, inevitabilmente, escono dall'altro. Infatti, il reddito lordo comporta un aumento dell'Isee strumento quest'ultimo che serve per definire l'importo dell'assegno unico (misura esentasse).

Lo studio della Fisac Cgil

Il taglio dei contributi previsto dal cosiddetto bonus mamme lavoratrici (che a seconda dei livelli di reddito potrà essere del 2,19%, del 3,19% o del 9,19%, nel limite di 250 euro al mese) non si tradurrebbe in un pari aumento della retribuzione netta. A evidenziarlo è un’analisi Fisac Cgil, pubblicata sul Corriere della Sera.

Bonetti, Azione: "Il bonus mamme è una misura frettolosa e pasticciata"

«Potremmo dire al governo "Ve lo avevamo detto", il bonus mamme è una misura frettolosa e pasticciata. Purtroppo servirebbe a poco, il danno è fatto. Ribadiamo la nostra proposta: il governo usi bene le risorse del bonus mamme per aumentare l’assegno unico per tutte le mamme lavoratrici. Tutti gli aumenti sull'assegno sono esentasse». Così sui social la vicecapogruppo di Azione - Per - Renew Europe alla Camera, Elena Bonetti.

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