Il decreto Superbonus viene approvato nell'Aula del Senato con 101 sì, 64 no, nessun astenuto. Il provvedimento, per il quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia, passa ora alla Camera.
"Sul Superbonus continuiamo ad avere molte perplessità e siamo contro qualsiasi ipotesi di legge retroattiva, in qualsiasi settore - ha detto il segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani -. E' una questione di principio. Non rinunciamo alla difesa dei nostri principi. Detto questo, per un emendamento che non condividiamo non viene assolutamente meno la fiducia nel governo. Abbiamo votato e lo faremo sempre la fiducia a questo governo di cui siamo parte protagonista ma continueremo sempre a dire quello che pensiamo con grande trasparenza e lealtà".
"Le banche sono state il primo acquirente di questi crediti e quindi siamo rimasti sorpresi rispetto a una norma imprevista e imprevedibile che ha anche un effetto retroattivo perché dice che quelli già comprati dal primo gennaio non possono detrarli dalle spese previdenziali e assicurative", ha detto il presidente dell'Abi Antonio Patuelli durante un incontro a Torino per la premiazione di eccellenza nel settore bancario. L'impatto sulle banche? "Il calcolo non è fattibile perché non è una norma piana ma piena di combinati disposti che abbiamo cercato come Abi con le banche di analizzare, abbiamo fatto delle valutazioni ma i combinato disposti sono sabbie mobili", ha osservato Patuelli.
In aula
In un'Aula praticamente deserta del Senato, il primo a prendere la parola è stato il leader di Azione Carlo Calenda che ha bocciato senza appello il decreto sul Superbonus per il quale il governo ha chiesto ieri il voto di fiducia. "Siamo al redde rationem", esordisce Calenda, che definisce il provvedimento come "il più folle", il "più iniquo" e il "più di destra mai fatto nella storia repubblicana". Il senatore ribadisce la sua contrarietà all'idea "che si possano spendere circa 160 miliardi di euro per dare soldi a tutti, in piccola parte a chi ne ha bisogno e in enorme porzione a chi non ne ha bisogno". "Ogni volta che si sceglie la strada della mancia, alla fine i conti bisogna farli", osserva Calenda che considera il Superbonus "figlio di quell'ansia di trovare risorse" per conquistare il consenso elettorale. Ma soprattutto "il figlio anche di incompetenza e approssimazione".
"Ho ascoltato pregevoli riflessioni tecniche. Io mi limito a quelle politiche - ha detto Matteo Renzi il leader di Italia Viva, in dichiarazione di voto -. A una misura sbagliata date una risposta inadeguata. Siete il governo delle tasse. Dopo il voto in Commissione, in cui grazie al nostro sostegno si è impedito di alzare la sugar tax, ci hanno accusato di essere a favore a questo governo. Lo dico qui: noi siamo contro, non votiamo la fiducia a questo governo".
"Qualche considerazione sul metodo di questo provvedimento. Non è stato facile - ha detto il senatore della Lega Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze del Senato, nel corso delle dichiarazioni di voto in Aula -. Perché il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto sull'emendamento governativo ma ha anche votato con l'opposizione. Nonostante l'atteggiamento di Forza Italia l'emendamento è stato approvato e i lavori si sono chiusi in maniera ordinata con il mandato al relatore a Salvitti".
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