L’Europa che guarda al futuro con innovazione e produzione tecnologica, favorendo anche la transizione green. È l’obiettivo del nuovo impianto manifatturiero di carburo di silicio da 200 millimetri per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging di StMicroelectronics che sarà costruito a Catania. È previsto un programma di investimento pluriennale di 5 miliardi di euro, che comprende il supporto per 2 miliardi di euro da parte dello Stato italiano nel quadro dell’Eu Chips Act. Insieme all’impianto di produzione di substrati in SiC in allestimento nello stesso sito, questi impianti formeranno il Silicon Carbide Campus di St. Un investimento, quello di Catania, che, afferma la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, annunciando il via libera agli aiuti dall’Europa, «sostiene un impianto integrato unico per i chip di carburo di silicio» e aiuterà la «transizione digitale e verde» dell’Ue, contribuendo a «creare posti di lavoro altamente qualificati, limitando al contempo le possibili distorsioni della concorrenza». L’impianto, spiega la commissaria alla Concorrenza, contribuirà «a garantire l’accesso Ue a una fonte affidabile di chip efficienti dal punto di vista energetico usati nei veicoli elettrici e nelle stazioni di ricarica». «Con questi investimenti - ha affermato Vestager dopo una visita al sito assieme al ministro Adolfo Urso - possiamo far veder anche che possiamo aumentare la sicurezza della fornitura e minimizzare i rischi per l’industria in Europa. Ho fatto il giro della struttura. È veramente qualcosa di impressionante perché non è un gioco, non è semplice. Quello che è stato creato qui non si può neanche immaginare: è quello che volevamo». Per il ministro Urso quella di oggi «è una giornata storica per la Sicilia, per l’Italia e per l’Europa». «C’è un investimento di cinque miliardi di euro - aggiunge - cui il mio mistero partecipa con due miliardi: è il secondo più grande investimento approvato a oggi dalla Commissione europea all’interno del Chips Act. È una pietra miliare, un evento di straordinaria importanza per riaffermare il ruolo di polo per lo sviluppo della microelettronica dell’Italia e dell’Etna Valley». E non solo, aggiunge, Urso: «entro fine anno l’Italia raggiungerà i 10 miliardi di euro di investimenti nel settore della microelettronica». Dal Mimit si sottolinea che la strategia italiana per la microelettronica ha come obiettivo portare nel Paese grandi investimenti produttivi, e su questo punto sono già stati investiti 4 miliardi di euro, irrobustire la ricerca industriale avanzata e costruire relazioni con altri Paesi. Finora ciò è servito ad avviare gli investimenti di St a Catania per 5 miliardi che creeranno 2.000 posti di lavoro, e quello di Silicon Box, per 3,2 miliardi e 1.600 dipendenti. ST a Catania costruirà il SiC campus, il primo complesso di impianti in Europa che copre tutte le fasi della produzione, dalla polvere di carburo di silicio ai prodotti e moduli di potenza che servono ad auto elettriche, ricariche veloci, pannelli fotovoltaici, i grandi server dell’infrastruttura cloud e data center. L’avvio della produzione è prevista nel 2026. A regime, nel 2033, il sito lavorerà 15 mila fette di SiC a settimana. Il carburo di silicio rappresenta una svolta tecnologica: è composto da silicio e carbonio e offre numerosi vantaggi rispetto al silicio tradizionale per le applicazioni di potenza. Ha una migliore conducibilità termica, maggiore velocità di commutazione, bassa dissipazione che lo rendono particolarmente adatto per la produzione di dispositivi di potenza ad alta tensione. Ha il vantaggio di offrire maggiore potenza e ridurre la dispersione, aumenta la qualità e la durata del dispositivo, migliorando l’efficienza energetica.