Alla "Partita del cuore" «la difesa non filtrava e quindi... bisogna aumentare i fondi per la difesa..», scherza Giancarlo Giorgetti indossando per un momento i panni di portiere con i giornalisti in Parlamento. Il tema dei fondi per la difesa, però, è serio e il ministro dell’Economia in Parlamento mette alcuni paletti nella giornata in cui governo e maggioranza danno, di fatto, il via ai primi incontri tecnici, non sui contenuti ma sulle procedure, per la manovra. Perché l’Italia aumenti la spesa militare in direzione del 2% del Pil, nel segno dell’impegno coi partner Nato, è «condizione necessaria» che la difesa, divenuta alta priorità europea, sia inclusa fra i fattori rilevanti che consentono deroghe al Patto di stabilità. Ma non a discapito del taglio del cuneo contributivo, «priorità» che «sarà assolutamente confermata». Senza rinnegare la «giusta aspettativa al pensionamento anticipato», solo nel quadro della «sostenibilità complessiva" dei conti si potrà ragionare sugli interventi allo scadere, a fine anno, di misure care alla Lega per circa 600 milioni fra Ape sociale, Quota 103, Opzione donna e aumento delle pensioni minime. Prima ancora di riempire di contenuti la legge di bilancio, però, c'è da definire il nuovo Piano strutturale di bilancio che l'Italia - salvo slittamenti - dovrà presentare all’Ue entro il 20 settembre. E sciogliere i nodi procedurali su tempi e contenuti delle leggi di contabilità nazionale alla luce della nuova governance europea. E’ l’oggetto della riunione, che ha aperto di fatto i lavori sulla manovra, fra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il sottosegretario al Mef Federico Freni, Daria Perrotta, capo dell’ufficio legislativo del ministero, i presidenti delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ed esponenti della maggioranza. Un incontro «esclusivamente tecnico su tempi e procedure» - ha chiarito Ciriani - e senza «alcun risvolto politico» visto che "non si è assolutamente parlato di temi e contenuti della prossima finanziaria». A Bruxelles l’Italia porta avanti la trattativa tecnica sulla 'traiettoria di riferimentò per la correzione di bilancio indicata nelle 'guidelines' europee che Giorgetti ha ricevuto a giugno, con lo 0,6% di Pil di aggiustamento annuo. A Roma, entro luglio, sarà pronto il testo finale dell’indagine conoscitiva sull'impatto del nuovo Patto di stabilità sulle «procedure nazionali di bilancio». Dopo la pausa estiva, a inizio settembre, inizierà il lavoro sul Piano: sarà varato dal Consiglio dei ministri e «certo» andrà votato dal Parlamento, come ha confermato Giorgetti. Un chiarimento, quello sul voto, che è rivelatore delle incertezze sulle modifiche introdotte dalla riforma della governance economica europea il loro impatto procedurale sulle leggi di contabilità pubblica, fra cui le modalità per l’esame parlamentare, di tempistica e contenuti. A facilitare il tutto è però l’introduzione di un 'periodo transitoriò vista l’introduzione così recente del nuovo patto.