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Il lunedì nero dei mercati. L'esperto: "Correzione ciclica dopo una forte crescita"

Quanto sta accadendo sui mercati azionari è una «correzione ciclica» dopo una «forte crescita registrata da diverso tempo». Così Andrea Monticini, docente di econometria finanziaria dell’Università Cattolica spiega quanto sta accadendo sui mercati azionari. A provocare la correzione di rotta dei mercati ci sono diversi fattori. Quello principale è relativo ai timori sulla crescita economica globale. In Europa, ad esempio, «c'è il rallentamento della Germania», evidenzia. Ma allargando l'orizzonte c'è poi la situazione economica della Cina e "l'atteso rallentamento degli Stati Uniti». E per fare in modo che la «tempesta sia perfetta», evidenziano diversi analisti, si aggiungono anche i «timori per l’escalation in Medio Oriente». Ma oltre a tutto questo insieme di cose c'è una «fase di mercato azionario - prosegue Monticini - che è cresciuto molto, guidato dalle aspettative del settore tecnologico. Sull'intelligenza artificiale c'è stata una forte fase di entusiasmo iniziale ma ora ci si sta rendendo conto che gli effetti li vedremo solamente nei prossimi anni. Quindi adesso c'è una fase in cui si sta ponderando meglio l’entusiasmo inziale».

E allora non si «intravedono elementi di sconvolgimento particolari. Sono fattori che si perpetuano nel tempo. E’ in atto una correzione e mi aspetto che in questa prima fase ci sarà una forte volatilità». Si potrà assistere anche un «lieve recupero ma la strada tracciata è quella di una correzione del mercato finanziario che porterà ad una robusta diminuzione. E’ uno scenario che siamo abituati a vedere sempre. C'è una fase espansiva ed una di correzione». Monticini guarda anche al mercato obbligazionario dove non sarà da sottovalutare un «fly to quality. Ci sarà un momento di massima volatilità, nei prossimi giorni, con una preferenza sulle obbligazioni tedesche e con il rischio di una apertura degli spread per i Paesi periferici a più alto debito. Sono tutti elementi che conosciamo». Il docente dell’Università Cattolica guarda anche agli effetti per l’Italia. Per il «nostro Paese, da un lato si prospetta una riduzione dei tassi e quindi una diminuzione di spesa per gli interessi, e dall’altra si dovrà fare i conti con minori risorse a disposizione per la legge di bilancio. Questi due fattori potrebbe portare ad un aumento degli spread», conclude Monticini.

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