Deciso rialzo a giugno del prezzo medio dell’Rc auto. Il costo dell’assicurazione per un’automobile è in media di 403 euro, con un rincaro del 6,2% in termini nominali e del 5,4% in termini reali su base annua. E’ quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’Ivass, che hanno suscitato forti reazioni da parte delle associazioni di consumatori. Di «rialzo ingiustificato e immotivato» parla l’Unione nazionale consumatori, definendola una «batosta» che «non si aveva dal giugno del 2019, quando era pari a 406 euro». Anche il Codacons rileva che «le tariffe Rc auto continuano a salire in modo del tutto ingiustificato» e che si avrà «una stangata complessiva da +1,65 miliardi di euro in capo agli automobilisti italiani». Secondo il Codacons, gli aumenti «non appaiono giustificati dall’aumento della incidentalità in Italia e cozzano con la situazione economica delle compagnie di assicurazioni per le quali la dotazione patrimoniale si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa, secondo i dati diffusi poche settimane fa dalla stessa Ivass». Peraltro, i prezzi delle polizze continuano a salire «dalla seconda metà del 2022. In poco più di due anni le tariffe Rc auto hanno subito un rincaro complessivo del 14,1%, passando da una media di 353 euro di gennaio 2022 ai 403 attuali, con un aumento di ben 50 euro a polizza». Anche Assoutenti fa notare come «le tariffe Rc auto continuino a salire nonostante la frenata dell’inflazione e l’assenza di elementi che determinino maggiori costi in capo alle compagnie di assicurazioni». L’associazione punta i riflettori sui «numeri record» delle imprese assicuratrici nell’ultimo anno, «con gli utili delle compagnie che hanno raggiunto quota 8 miliardi di euro, in crescita del +249% rispetto all’anno precedente». Tutte le province italiane, rileva l’Ivass, registrano incrementi di prezzo, compresi tra il +1,3% di Isernia e Catanzaro e il +9,3% di Roma. Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 264 euro, in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente e in riduzione del 44,7% rispetto allo stesso periodo del 2014. Per gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima, l’incremento di prezzo è del 9,6%. Questo «salto stratosferico» non «è certo spiegabile con una diversa incidentalità, fa notare l’Unc, la quale per questo motivo pensa che «andrebbe aperta un’indagine conoscitiva da parte dell’Antitrust».