Dopo il picco raggiunto con la pandemia e il calo registrato con la ripresa produttiva seguita alla fine del Covid torna a salire la cassa integrazione: a luglio le aziende hanno chiesto all’Inps 36,6 milioni di ore di cassa con un aumento del 3,71% su giugno e del 27,9% sull'anno. Se il dato di luglio potrebbe essere legato alla decisione de parte delle aziende che sono in difficoltà di fare uno stop in prossimità della pausa estiva e all’utilizzo della causale sugli eventi meteo (si può avere l’ammortizzatore a fronte di temperature di almeno 35 gradi anche solo percepiti), quello sui primi sette mesi dell’anno registra comunque una crescita significativa. Tra gennaio e giugno 2024 sono arrivate richieste all’Inps per 292,77 milioni di ore, con un aumento del 20,12% rispetto allo stesso periodo del 2023 e una crescita significativa soprattutto per la cassa integrazione ordinaria con oltre 170,5 milioni di ore chieste (+44,08%). Le richieste di cassa integrazione ordinaria, quella che può essere concessa quando la crisi dell’azienda dipende da eventi temporanei (mancanza di commesse, eventi meteorologici ecc.) ed è certa la ripresa dell’attività produttiva, sono diminuite soprattutto per l'industria con 166 milioni (+51,30%) mentre l’edilizia segnala una flessione (con 13,55 milioni di ore chieste, -9,08%). Cala invece del 3,73% la richiesta di cassa straordinaria, quando l’azienda deve fronteggiare processi di ristrutturazione (cambiamento di tecnologie), riorganizzazione (cambiamento dell’organizzazione aziendale), riconversione (cambiamento dell’attività) o in caso di crisi aziendale, a poco più di 105 milioni di ore. «Già da gennaio abbiamo segnalato la presenza di crisi importanti - spiega Rossella Marinucci Area mercato del lavoro della Cgil - le grandi aziende e sono al ministero delle Imprese e del Made in Italy, le altre appena franano i carichi di lavoro si affidano alla cassa. Dall’andamento delle Regioni vediamo che i settori più in sofferenza sono quelli dell’automotive e della moda». In Piemonte nei primi sette mesi la cassa integrazione ordinaria è aumentata del 66% da 10,9 a 18,2 milioni mentre in Toscana è cresciuta dell’84,8%, da 6,9 milioni a 12,75. Le imprese appaiono prudenti e chiedono ore di cassa che poi ln gran parte non saranno utilizzare. Il tiraggio, ovvero l’uso effettivo della cassa, cala ancora e nei primi cinque mese è stato al 21,56% del totale delle ore chieste con poco più di un’ora su cinque chieste effettivamente utilizzata. Ma la preoccupazione c'è con la produzione industriale che secondo l'Itstat nel secondo trimestre è calata dello 0,8% rispetto al primo. «E' evidente - spiega la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese - che le aziende non considerano il mercato stabile e abbiano incertezze sul proprio futuro, Sostenere che l'occupazione va benissimo senza indagare la qualità della stessa a partire dalla moltitudine dei contratti a termine che poi sfociano nella disoccupazione e raccontare che l’economia va benissimo senza cogliere i segnali di incertezza e le difficoltà che vivono le imprese sono le favole che ci vengono ripetute ma che non rappresentano il Paese reale». Segnali di incertezza arrivano anche sul fronte delle domande di disoccupazione: l’Inps ha ricevuto a giugno 177.365 domande di disoccupazione tra Naspi e Discoll con un aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2023 mentre nei primi sei mesi dell’anno le domande di disoccupazione arrivate all’Istituto sono state 843.635 con un aumento del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. «Bisogna riportare a Palazzo Chigi - ha detto ancora Marinucci - il tavolo sulle crisi industriali. Dobbiamo trovare insieme risposte. Un confronto sulla politica industriale ora non c'è».