Il fischio del capotreno si sentirà all'indomani dell'Epifania alle 5.55. Dalla stazione di Cuneo il 7 gennaio 2025 partirà un treno passeggeri verso Savigliano, il primo 13 anni dopo la chiusura della tratta Cuneo-Saluzzo-Savigliano, all’epoca definita anti-economica dalla Regione Piemonte. Sarà un treno di Arenaways, la compagnia ferroviaria che lo scorso marzo ha firmato un accordo con la Regione Piemonte per far ripartire il collegamento chiuso nel 2012. Anche la Calabria aspetta con interesse il via, considerato che nel 2026 – secondo cronoprogramma – partiranno le nuove tratte. Un toccasana per migliorare ulteriormente la mobilità. La nuova Arenaways è guidata da Matteo Arena, figlio di Giuseppe, e fa parte del gruppo Longitude. Tra i soci figurano Caronte & Tourist, attiva nel trasporto navale tra Sicilia e Calabria, e GCF, specializzata in armamenti ferroviari. La strategia del nuovo gruppo punta a coprire tratte trascurate, considerate non redditizie. E proprio con Matteo Arena abbiamo fatto il punto della situazione. «La notizia che Arenaways fu penalizzata da Rfi e da Trenitalia (gruppo Fs) nel progetto di trasporto regionale alternativo tra il 2008 e il 2010, partendo dal collegamento tra Milano e Torino, mi dà la carica», ci raccontò suo papà dopo una sentenza che gli dava ragione. Suo papà, figlio di un ferroviere di Messina, adesso le ha ceduto lo scettro. Ma chi è Matteo Arena e qual è stato il suo percorso? «Mi considero un figlio d’arte nell’ambito ferroviario. Mio padre Giuseppe è stato un pioniere in Italia nella liberalizzazione del settore merci prima e di quello passeggeri poi. Io l'ho sempre accompagnato nei suoi viaggi e nei suoi progetti imprenditoriali, assorbendone in qualche modo il grande patrimonio di conoscenza in materia ferroviaria. Tuttavia, sebbene i treni siano sempre stati nella mia vita, inizialmente la mia carriera si è spostata verso lo shipping. Mi sono laureato in Maritime Business in Inghilterra e poi sono entrato a far parte di una fra le 15 società armatoriali più grandi al mondo, un lavoro che mi ha portato a maturare esperienze in Germania, nel Nord Europa e a Dubai. Fino a occuparmi delle operazioni di gestione e sviluppo dei servizi container intra-Golfo fra Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Iraq ed Arabia Saudita. Diciamo, però, che nei fatti non ho mai smesso di interessarmi allo sviluppo e alle potenzialità del settore ferroviario, finché, all’inizio del 2021, ho deciso di raccogliere virtualmente il testimone da mio padre creando con altri partner Longitude Holding Srl, l'impresa ferroviaria di cui sono Ceo e che opera con il marchio commerciale Arenaways. Un brand che aveva ideato mio padre nel 2006 e che abbiamo deciso di acquistare e continuare a utilizzare, in ragione del grande valore che ha saputo mantenere nel tempo, in particolar modo nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viaggiare sui treni di allora, quelli che hanno creato la nostra filosofia “Rail different”». Tra i soci figura Caronte & Tourist. Che cosa possiamo dire di questa sinergia? Come vi hanno accolti e su cosa vi siete trovati in sintonia? «Con Caronte & Tourist siamo legati innanzitutto da un rapporto di lunga data: la famiglia Franza e poi, naturalmente, anche la famiglia Matacena ha sempre creduto nel progetto Arenaways, perché da sempre crede e sostiene i progetti che hanno come target lo sviluppo del Sud Italia. La filosofia di Caronte & Tourist – orientata all'innovazione, al rispetto del territorio e alla ricerca costante di soluzioni migliori capaci di creare valore – si sposa perfettamente con la mentalità “Rail different” di Arenaways. La collaborazione tra le nostre famiglie può essere di fatto definita naturale. Visioni comuni uniscono le proprie forze per perseguire un obiettivo comune: offrire un servizio di trasporto passeggeri all'avanguardia e sempre più capillare, che metta costantemente al centro l'attenzione per il cliente». Da gennaio, l'Italia avrà una nuova compagnia ferroviaria: Arenaways. Dopo Trenitalia e Italo, il nuovo servizio debutterà con il primo treno in partenza dalla stazione di Cuneo, alle 5.55. La linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano servirà il Piemonte sud-occidentale, mentre nel 2026 sono previste nuove tratte in Calabria. Che idea di mobilità state portando avanti? «Arenaways si concentra dove non c’è un servizio. Dobbiamo quindi sfatare un falso mito che ritiene gli operatori privati interessati soltanto all’Alta velocità; noi vogliamo operare in altri settori di mercato. Porteremo i servizi di qualità, finora riservati esclusivamente all'utenza dell'Alta velocità, sui collegamenti cosiddetti secondari. Il treno è il sistema di trasporto più democratico che esista e siamo convinti che sarà fra i protagonisti della mobilità del futuro. Una mobilità che si basa su un concetto fondamentale: l’integrazione. Ad esempio, in Piemonte la sinergia treno-pullman con gli operatori già presenti sul territorio permetterà di rendere sempre più efficiente il sistema di servizio pubblico, per un bacino di utenti sparso su aree molto vaste. L'obiettivo è ambizioso: rendere il trasporto pubblico vincente rispetto alle forme di trasporto privato. Un modello replicabile ovunque. Riguardo alla Calabria, è importante tenere presente che nel settore ferroviario le tempistiche per giungere all'effettiva partenza di un servizio sono molto lunghe. Il Meridione è tra i nostri obiettivi, ma anche in ottica di sviluppo futuro, ora è essenziale dare il massimo sulla riapertura delle due tratte oggetto del contratto con la Regione Piemonte. Una volta avviata la piena operatività, potremo allargare il nostro raggio d'azione». E quindi cosa possiamo dire ai viaggiatori calabresi? «All’inizio di marzo l’Autorità per i trasporti ha completato le analisi di equilibrio economico dando il via libera ai collegamenti intercity sulla Roma-Reggio. È una delle cinque linee sulle quali i treni Arenaways opereranno. Le altre sono Roma-Genova, Roma-Firenze-Venezia, Torino-Milano-Venezia e il collegamento internazionale Milano-Monaco di Baviera, passando per il Brennero. Sul servizio Intercity l'obiettivo è di confrontarsi con i concorrenti puntando sulla comodità. Un servizio che si pone a metà tra l’Alta velocità e gli Intercity. Ad esempio sulla Roma-Reggio abbiamo scelto di fare 14 fermate (Termini, Latina, Formia-Gaeta, Aversa, Napoli C.le, Salerno, Sapri, Paola, Lamezia Terme, Vibo-Pizzo, Rosarno, Gioia Tauro, Villa San Giovanni e Reggio Calabria C.le), che sono meno delle 22 del servizio universale, ma più delle 10 o 12 dell’Alta velocità». Che possibilità occupazionali possono aprirsi per i giovani del Sud? «Un treno richiede molto personale e questa è una condizione che si crea in tutte le località in cui opera, sia direttamente che indirettamente. Direttamente perché il personale è necessario anche dislocato sul territorio, indirettamente per l'indotto che ogni nuovo servizio ferroviario genera. Quindi si apriranno sicuramente opportunità di impiego una volta che avremo attivato i collegamenti per il Sud».