Non è presente nel testo della legge di bilancio inviato alle Camere la conferma del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, deciso nella manovra dello scorso anno e valido per il 2024. La conferma della misura era stata annunciata in conferenza stampa il 16 ottobre scorso.
Il taglio potrebbe dunque essere inserito nel corso del percorso parlamentare. Nella passata manovra l’ammontare del canone, su spinta della Lega, era stato «rideterminato in 70 euro per il 2024». Il testo aveva nel contempo previsto un contributo per lo sviluppo del servizio pubblico di 430 milioni di euro, sempre per il 2024.
Il Codacons: "Mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni"
Il mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025. Lo denuncia il Codacons, commentando il mancato inserimento nella legge di bilancio della riduzione del canone da 90 a 70 euro, deciso nella manovra dello scorso anno e valido per il 2024.
«Brutte notizie per i consumatori italiani, che dopo due anni di caro-bollette rischiano di ritrovarsi dal prossimo anno un aumento di spesa nelle fatture elettriche a causa della mancata proroga alla riduzione del canone Rai», spiega il Codacons.
«Il canone di abbonamento alla televisione», aggiunge l’associazione, «è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, e dal 2016 è stata introdotta la presunzione di detenzione dello stesso apparecchio nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica. I titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale sono quindi tenuti al pagamento del canone mediante addebito nella fattura della luce».
«Prima dello sconto da 90 a 70 euro, il canone Rai generava introiti per circa 1,9 miliardi di euro annui», spiega il Codacons. «Questo significa che, in caso di mancata proroga del taglio, le famiglie italiane a partire dal 2025 dovranno mettere in conto una maggiore spesa complessiva tra i 420 e i 430 milioni annui a titolo di canone»
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