Addio alla produzione dell’Ape Piaggio nello stabilimento di Pontedera (Pisa) dopo 76 anni. Come riportano le cronache cittadine di Tirreno e Nazione, sarà realizzata esclusivamente in India per il mercato locale dove le normative in fatto di sicurezza e inquinamento sono meno stringenti che in Europa.
La decisione sarebbe stata comunicata dall’azienda ai delegati Rsu nelle scorse settimane, quando è stato spiegato il periodo di stop alla produzione dei vari reparti dello stabilimento per la fine dell’anno. Motivi di sicurezza anzitutto: secondo quanto riferito dai quotidiani, servirebbero ricerca e innovazione per adeguare l’Ape agli standard di sicurezza, tra cui airbag e sistemi di frenata assistita. E il tema ambientale: l’anno prossimo la normativa cambierà ancora. Così Piaggio ha deciso di fermarsi.
Nello stabilimento pontederese saranno riconvertite le linee, così da produrre il Porter, il veicolo commerciale che ne ha ereditato il mercato. Tuttavia, nei magazzini di Pontedera ci sono ancora scorte e quindi, tramite i concessionari, la vendita continuerà anche in Italia. La produzione andrà invece avanti in India, dove esiste anche la versione elettrica, con entrambi i modelli che stanno dando ottimi risultati.
Lo stop alla produzione dell’Ape nello stabilimento Piaggio di Pontedera (Pisa) «era una cosa prevedibile». Lo dichiara il segretario Fiom Pisa Angelo Capone. "Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio è una scelta in qualche modo obbligata. L’Ape è un euro 4 a due tempi, immaginare un due tempi euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione ma a quel punto non sarebbe più un’Ape».
Nonostante ciò non dovrebbero esserci conseguenze per quanto riguarda l’occupazione: «Ad oggi non abbiamo preoccupazioni, l'azienda ha detto che non ci saranno ripercussioni sui lavoratori. Spiace per quello che l’Ape rappresenta, è già accaduto in passato con il 'Calessinò ma con le attuali normative era prevedibile».
«Il fermo della produzione dell’Ape» nello stabilimento di Pontedera (Pisa) è «qualcosa che colpisce dal punto di vista sentimentale. È un automezzo storico che ha fatto sì che la Piaggio avesse l'impronta che oggi ha e che fosse visibile e riconoscibile in tutto il mondo». Lo afferma Flavia Capilli, neosegretaria regionale della Fim Cisl.
«Quando ci hanno comunicato la notizia - prosegue - c'è stata preoccupazione sul momento, però abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che ci sono altri modelli da sviluppare su cui investire, le linee saranno riorganizzate, anche se spiace per questo "pensionamento"». Tuttavia per la Fim Cisl rimane «una cauta preoccupazione, che c'è sempre quando ci sono di mezzo gli ammortizzatori sociali. Tre settimane di cassa integrazione per 1.100 operai hanno comunque un impatto forte. Però - conclude - il vero tema è sapere quanto prima su quali prodotti saranno fatti gli investimenti, come avverrà la riorganizzazione. Ancora non lo sappiamo».
«Con le attuali normative non ci sono più margini per produrre in Italia. Il nostro dispiacere è per un pezzo di storia di Pontedera che se ne va, con l’Ape che sarà ancora realizzata in altri stabilimenti di altri Paesi. Forse certe leggi sono state introdotte un po' frettolosamente, sembra che solo l’Europa si preoccupi dell’inquinamento, mentre al resto del mondo non frega nulla». Così Samuele Nacci, segretario provinciale Uilm Pisa, commenta lo stop alla produzione della storica tre ruote nello stabilimento di Pontedera, una delle storiche fabbriche italiane.
Per il resto «qua la produzione dell’Ape riguarda neanche il 10% del personale e non dovrebbero esserci ricadute occupazionali, si tratta di lavoratori facilmente ricollocabili. Anche perché nonostante la classica Cig di dicembre, questa non è un’azienda in crisi e ci troveremo già il 9 dicembre a un tavolo per discutere dell’integrativo di secondo livello».
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