Non "ottimo": il risultato del concordato preventivo biennale è tiepido con un incasso decisamente inferiore a quello ipotizzato dall’esecutivo: all’erario sono arrivati 1,6 miliardi rispetto ai circa 2,5 preventivati. Non una sorpresa per il governo che in corsa ha fornito agli autonomi anche una nuova finestra per poter aderire. Ma molti sono stati quelli che hanno rinunciato spiegando anche di essere perfettamente in linea con i pagamenti al fisco. E’ così di fatto saltata, al momento a data da destinarsi, l'ipotizzata sforbiciata alle aliquote Irpef per il ceto medio per la quale il governo pensava di utilizzare proprio l’incasso del concordato. Un taglio che, portando la riduzione fino ai redditi di 60.000 euro, avrebbe comportato una spesa fino ai 4 miliardi. Le risorse attuali potrebbero consentire comunque una riduzione Irpef ma, ovviamente, decisamente più limitata. Si punta invece, almeno con la manovra attuale, a tagliare il peso fiscale sulle imprese introducendo intanto l’Ires premiale.
Una situazione intanto che si è decisamente ingarbugliata non poco nei giorni scorsi quando il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha rassegnato le dimissioni in mano al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo una serie di attacchi in seguito all’invio delle lettere di 'compliancè (definite 'inquisitoriè da Matteo Salvini) per chiamare gli autonomi all’adesione. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo mette un punto sulla ridda di voci sul risultato definitivo della misura. Con la seconda tranche gli incassi del concordato preventivo biennale arrivano a «1,6 miliardi» complessivi, afferma intercettato in Transatlantico, confermando il dato anticipato dal Sole 24 Ore. «Però non un dato assolutamente negativo, valutato rispetto a quel concordato che c'era prima», aggiunge. Leo resta cauto sulla destinazione: «Ora vedremo, quando si consolideranno i dati vedremo quello che si può fare». "E' un risultato da valutare, un risultato discreto, non diciamo che è un ottimo risultato».
Anche il Sole 24 Ore conferma oggi che ammontano a 1,6 miliardi gli incassi complessivi del concordato, considerando il primo round chiuso il 31 ottobre e la nuova finestra concessa ai contribuenti Isa fino al 12 dicembre. Secondo il quotidiano ad aderire al nuovo sistema sono stati quasi 600mila su 4,5 milioni di potenziali interessati tra partite Iva e forfettari. Il giornale riporta anche un primo commento di Leo che definisce il risultato «incoraggiante». Insomma Leo vede il bicchiere mezzo pieno e, sempre in Transatlantico, spiega ai cronisti: «L'aspetto che va messo in evidenza» del concordato «è che dei soggetti che erano critici perché avevano un punteggio Isa sotto l’8 si sono portati a 10, e sono 188-190mila contribuenti, e sono diventati soggetti assolutamente affidabili». «Questo è un avvio, ora vediamo di fare ulteriori passaggi ma nella logica di lavorare ex ante, tendere la mano ai contribuenti corretti e fare in modo che i contribuenti meno affidabili emergano». L’opposizione torna all’attacco e parla di «Un triplo disastro», sostiene tra tutti Antonio Misiani, senatore PD e responsabile economico della segreteria nazionale del partito.
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