Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

In Sicilia si paga tutto... in anticipo, il report della Cgia di Mestre sui versamenti effettuati dalla pubblica amministrazione alle imprese

Male l’andamento complessivo del Paese, ma con margini di miglioramento nel Mezzogiorno, a cominciare dall’Isola e quasi a demolire lo stereotipo del Sud “lumaca”. In estrema sintesi, è quanto emerge dal diario di bordo dei pagamenti effettuati dalla pubblica amministrazione verso le imprese, tracciato nell’ultimo report della Cgia di Mestre che in scala nazionale evidenzia subito un dato drammatico: tra i 27 Stati Ue, l’Italia presenta lo stock di debiti commerciali in rapporto al Pil più elevato di tutti, pari al 2,8%, con un ammanco di versamenti alle aziende in costante crescita dal 2020, tanto da raggiungere quota 58,6 miliardi, di cui ben 10,6 accumulati solo nel 2023.
Lo studio delinea poi una classifica degli enti più lenti nell’emettere gli assegni, senza scendere nei dettagli regionali, forniti però, su nostra richiesta, dal coordinatore dell’Ufficio studi dell’associazione, Paolo Zabeo, e comprensibili più a fondo se si guarda prima al quadro generale, che nella classifica del peggior indice di tempestività piazza la metà dei 15 ministeri dotati di portafoglio, con la situazione più critica registrata nel dicastero del Lavoro, che nel 2024 ha pagato con un ritardo medio annuo di 13,13 giorni, seguito dalla Cultura con 15. Ha fatto peggio l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali, con 20,6 giorni, mentre l’Anas si è fermata a 15. Dalla fotografia dell’Isola, invece, emergono diversi segnali incoraggianti, partendo dalla Regione, che secondo l’ultimo aggiornamento disponibile, relativo al terzo trimestre dello scorso anno, ha saldato i propri fornitori con 23,18 giorni di anticipo. Ma il trend positivo riguarda anche i Comuni delle tre città metropolitane, con Palermo, Catania e Messina che, se si considera la media di tutto il 2024, hanno onorato i debiti, rispettivamente, 13,66, 8 e 8,46 giorni prima delle scadenze. Dati, osserva Zabeo, che «confermano un miglioramento del Meridione, dove sono le Asp, invece, a presentare le situazioni più difficili. Va anche detto, però, che gli enti locali, per abbassare l’indice di tempestività, tendono a pagare più velocemente le fatture consistenti saldando prima le grandi imprese e lasciando per ultime le piccole, che hanno forniture più modeste e che rischiano così di restare senza ossigeno per maggior tempo».

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Ancora nessun commento

Commenta la notizia