I dazi rischiano di abbattersi sull'agroalimentare italiano: tra le province più esposte c'è Catanzaro

I nuovi dazi colpiscono duro sull'agroalimentre italiano: le nuove tariffe metterebbero a rischio una provincia su cinque e le più colpite in termini assoluti sono Salerno, Milano e Cuneo. Tra le più fragili anche Grosseto, Sassari e Nuoro. Tutti territori con grandi export di olio d’oliva, pecorino romano, vino, formaggi, prosciutti, bevande alcoliche, ma anche di ortofrutta lavorata e conservata e altri prodotti come zucchero, cacao, confetteria. E’ quanto emerge da un report dell’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani In particolare nella lista delle province ad alto rischio, ce ne sono 21 (su un totale di 107) le cui esportazioni di food verso gli Stati Uniti generano un valore superiore ai 100 milioni di euro. Ma sono 7 i territori più esposti in termini assoluti: Salerno, 518 milioni di euro di export verso gli Usa, tra ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro, oltre a zucchero, cacao e condimenti vari; Milano, 422 milioni di euro, con in primo piano bevande alcoliche da aperitivo; Cuneo, regina dell’export di vini con quasi 400 milioni di euro venduti negli Usa dalle cantine dell’Albese, delle Langhe e del Roero (Barolo e Barbaresco, in primis); Bergamo, oltre 374 milioni soprattutto bevande alcoliche; Treviso, Prosecco delle colline di Valdobbiadene (355 milioni); Parma, 306 milioni con formaggi e prosciutti; Firenze, 285 milioni tra vino e olio d’oliva. Per le province più esposte in valori percentuali di export in Usa sul totale mondo figurano: Grosseto, olio d’oliva, 71% di tutte le vendite agroalimentari della provincia verso l’estero; Sassari, Nuoro e Sud Sardegna, 65%, 66% e 44% di pecorino romano, utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack; Catanzaro, 42% tra ortofrutta lavorata e conservata e altri prodotti alimentari (zucchero, cacao, confetteria, condimenti e spezie, piatti pronti, ecc.); Siena, 34% vino e olio d’oliva; Roma, 33% oli e grassi vegetali e vino. A livello regionale nel 2024 la Lombardia, con oltre un miliardo di euro è stata la prima per valore di export agroalimentare verso gli Usa (15% di incidenza sul totale nazionale) seguita dalla Toscana, che ha spedito negli Usa circa il 14% del totale nazionale con un valore annuo anch’essa superiore al miliardo di euro, e dall’Emilia Romagna, con un valore venduto di oltre 995 milioni di euro (13% sul totale italiano). Tra le regioni meridionali, si segnala la performance della Campania, oltre 900 milioni di euro e 12% di export agroalimentare made in Italy in Usa.