La vita non sempre può essere vissuta in mezzo al guado. Ci sono momenti in cui i mezzi termini vanno banditi, si deve scegliere una strada da seguire senza indugio, fino in fondo, costi quel che costi, soprattutto quando si ricoprono determinati ruoli, che sovente sono quelli legati alla professione. Avere scelto di fare il medico, l’infermiere o il farmacista, ad esempio, comporta un obbligo ben preciso: lavorare fino allo stremo (a maggior ragione in situazioni eccezionali) per garantire a tutti il diritto alla salute. Un bene tanto prezioso da essere oggetto di uno specifico articolo della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività...”. Perché citarlo in questi giorni di dolore per l’Italia e il mondo intero? C’è bisogno di spiegare che l’emergenza coronavirus richiede impegno e responsabilità? A quanto pare sì, visto che 300 dipendenti dell’Asp di Crotone sono assenti per malattia, a fronte di una situazione delicata con un numero di contagi tra i più alti della Calabria, ben 59 i positivi conclamati, 20 i ricoverati e un morto. Siamo convinti che i più, tra questi lavoratori, abbiano preferito tutelare se stessi piuttosto che quanti si rivolgono a loro con fiducia. A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina. In un momento così delicato certi comportamenti, a maggior ragione, non possono essere tollerati: gli imbroglioni, gli egoisti, i truffatori e chi, sotto qualunque forma, li agevola vanno smascherati. Ne va della residua credibilità della super commissariata sanità calabrese. Un suggerimento alla neo presidente della Regione, Jole Santelli, che può valere per tutti coloro che gestiscono, soprattutto al Sud, i miliardi di tasse che ogni anno vengono spesi per garantire cura e assistenza: faccia trasmettere, in ogni modo possibile, un video girato a Cuba. Non è la buona musica dei “Buona Vista Social Club”, che comunque servirebbe a fare salire di tono l'umore. È un esempio di vita, una scossa elettrica per tante coscienze assopite. Cosa si vede? Un gruppo di medici e infermieri cubani, all’aeroporto dell’Avana, tutti in fila in attesa d’imbarco e con in mano una piccola bandiera italiana. Arriverà in Italia e si metterà a disposizione della Protezione civile. Avremo bisogno dell’aiuto di altri volontari cubani o russi (anche loro impegnati in queste ore a dare una mano) per mantenere aperti i nostri ospedali? Siamo certi che la maggioranza virtuosa di medici, infermieri e farmacisti avrà la meglio e la forza di isolare i cattivi maestri. Chi gioca sulla pelle del prossimo ne dovrà rispondere alla propria coscienza. E non solo.