Tutte le deleghe del mondo, ma non quella dell'identità siciliana. La Lega ormai non è più partito solo nordista? Sta bene, anche se le posizioni di molti dei suoi esponenti lasciano pensare l'esatto contrario.
Ma va bene, entra in giunta regionale, perfetto, è il frutto di accordi, discutibili o meno, ma la politica è questa e d'altra parte la Lega è stata anche partito di governo nazionale con il primo esecutivo Conte.
Però oggi datele qualsiasi delega, ad esempio quella alle attività produttive (così il motto può essere "andate a lavurà"), ma non quella all'identità siciliana, non la delega che è stata nelle mani e nella mente di un uomo come Sebastiano Tusa, che ha onorato l'Isola con il suo prestigio e la sua visione strategica.
Presidente Musumeci, questo non può farlo. È come se il governatore del Veneto Luca Zaia desse a un esponente del fronte siciliano il compito di sventolare il vessillo del Leone di San Marco. La cultura e l'identità siciliane non sono soltanto un business da far fruttare, sono gli atti costitutivi stessi dello stare insieme di un popolo e non si può affidare l'assessorato che se ne occupa a una forza politica che fino a poco tempo fa professava più o meno le stesse tesi del signor Vittorio Feltri, il nazista lumbard teorico dell'inferiorità dei meridionali.
Ci pensi bene presidente Musumeci, tutto ma non l'identità siciliana svenduta al miglior offerente.
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