Negoziati in stallo, si amplia il fronte delle paure. La mediazione della Turchia non basta, Macron desiste facendo rotta sul ballottaggio che lo oppone a Marine Le Pen, Italia e Germania alla finestra, Ue impotente. L’Armata di Putin stringe d’assedio il Donbass per l’offensiva finale e martirizza Mariupol, centro strategico sul mar d’Azov. Ad ovest restano le macerie di città e villaggi bombardati, la strage di innocenti a Bucha, le fosse comuni, la mutilazione di Kiev, quasi 5 milioni di profughi. In questo questo mosaico apocalittico si innestano nuovi inquietanti tasselli. «L’Ucraina deve difendersi» e Biden stanzia altri 800 milioni di dollari per spedire armi: obici, artiglieria pesante in grado di colpire obiettivi a 70 km, elicotteri, droni “kamikaze”, sistemi antiaereo e anticarro. In un mese gli Usa hanno inviato a Kiev armi per 2 miliardi e mezzo di dollari. Ventiquattro dei 27 Paesi dell’Unione europea hanno, a loro volta, offerto “contributi” in armamenti, sperando in una soluzione negoziale, fosse anche una tregua, che Mosca non ha concesso. Il conflitto sembra essersi incanalato in un vicolo cieco. Sono arrivati 5 pacchetti di sanzioni da Bruxelles che, al di là del blocco dei beni agli oligarchi, che hanno comunque di che vivere con ampiezza a prescindere, a Putin hanno fatto il solletico: l’effetto negativo sull’export russo è pari solo al 7% del volume generale. Niente importazioni di carbone da giugno, su petrolio e gas non c’è accordo: Italia e Germania frenano. Stiamo riempiendo i serbatoi e diversificando gli approvvigionamenti, ma lo “Zar” fa sapere di non preoccuparsene. Sta vendendo il gas ai cinesi a prezzi stracciati, a Oriente potrà contare su altri clienti. E in Europa serpeggiano nuove paure. Finlandia e Svezia chiedono di poter contare sull’ombrello della Nato e il Cremlino risponde muovendo brigate ai confini; Polonia e i tre Paesi baltici - Lettonia, Estonia e Lituania - temono di poter essere le prossime vittime sacrificali di un’adombrata avanzata russa su porzioni di Vecchio Continente un tempo parte integrante di “Grande Madre Russia”. Ecco in quale inferno è stato trascinato l’Occidente, e chissà se suo malgrado.