Era un emendamento “bandierina”, neppure identitario, rischia di diventare lo sparo di Sarajevo. Minimizzano, ma sotto la cenere cova il fuoco e la rappresaglia e già scattata. Il canone Rai a 70 euro e non 90, così come la Lega desiderava, avrebbe provocato in Finanziaria un buco previsionale di 430 milioni! A fronte di 20 euro che ogni famiglia avrebbe risparmiato nell’anno. Iniziativa tanto dannosa quanto risibile. Perché, casomai, non rimpinguare il capitolo della sanità? Salvini è naufragato su scogli “azzurri” segnalati da tempo. Uno dopo l’altro i maggiorenti forzisti avevano annunciato il loro «no» all’emendamento. Dunque, perché insistere e mandare il governo in fibrillazione? Non sappiamo se l’indicazione di voto sia giunta dall’azionista unica di Forza Italia: la famiglia Berlusconi. Così come la netta contrarietà alla tassa sugli extra-profitti bancari, sempre adombrata dai leghisti. Sappiamo però con certezza che i distinguo tra FI e Lega sono sempre più netti e su più fronti, così come la partecipazione al dibattito politico, quando non alle scelte, di Marina Berlusconi. Ha fatto sapere come la pensa sui diritti di cittadinanza e sui temi Lgbt, e ieri sera Tajani ha ribadito che andrà avanti sullo “Ius Italiae”. È materia urticante anche per i meloniani. Che però sono atlantisti e anti-putiniani come i forzisti, meno europeisti degli “azzurri” ma hanno detto sì al secondo governo Ursula. Salvini sta altrove. E per un verso o per altro si trova nella morsa di Giorgia e Marina, che da Segrate sembra quasi essere una premier ombra che muove i fili di un partito collocato al centro, moderato e garantista, forte del 10% dei consensi. Meloni, dal “caso Giambruno” in poi, la teme: ogni distinguo è un avviso. La partita più complessa e insidiosa si gioca sulla semi-affossata Autonomia differenziata, la madre di tutte le riforme per il Carroccio. E lì altri scogli “azzurri”, già emersi al Sud. E apportati i correttivi dettati dalla Consulta non è detto che basti. Perché FdI non la vede di buon grado al di là del sostegno di facciata. È vero che il potere è un collante, ma nel lungo periodo potrebbe non bastare. E la sentenza di Palermo sulla vicenda “Open Arms” fa tremare Salvini. Altro che naufragio, qui rischia l’affondamento.