
Una superiorità imbarazzante. Inattesa nelle dimensioni. Una prestazione stordente contro un giocatore tra i più forti sulla terra battuta: due finali al Roland Garros, fresco vincitore a Madrid (Atp 100). Jannik Sinner in un'ora si sbarazza del quinto giocatore del ranking mondiale, Casper Ruud, ai quarti di Roma, lasciandogli solo un game. Settanta per cento di prime palle di servizio e 78% di seconde, con 8 trasformazioni su 10 nel primo caso e 7 su 10 nel secondo. Sei break centrati su 9 opportunità offerte; 55 punti vinti contro 22, 30 addirittura in risposta.
Ruud era stato battuto da Sinner in finale agli Us Open nel 2024, ma si riteneva che sulla terra potesse esserci più match. Non è andata così. La motivazione, al di là della straripante performance dell'italiano, è tecnica: i due hanno un gioco allo specchio, solidi da fondo campo e pesanti. Ma Sinner gioca a un'altra velocità e Ruud non gli prospetta difficoltà. Il norvegese scambia in orizzontale, quasi mai una "palla sporca", rotazioni che non costringono l'altoatesino a colpire all'altezza della spalla. Contro Ruud l'impatto è sempre stato all'altezza dell'anca e Sinner se lo fai giocare colpendo a quell'altezza scava un solco con chiunque e straripa. Ruud arrancava da dietro la linea di fondo, Sinner colpiva proiettato in avanti da dentro il campo. Ruud sospinto all'angolo negli scambi sulla diagonale di sinistra, fatalmente in ritardo sui dritti giocati da Jannik sul lungolinea di sinistra. La soluzione della "palla corta" su cui ha fatto leva l'altoatesino nel secondo set è l'inevitabile sbocco tattico di chi vede l'avversario più vicino alla prima fila degli spettatori che non al campo.
E' facile immaginare che nei tre mesi di stop forzato Jannik si sia allenato ferocemente. A Roma ha affrontato almeno tre giocatori specialisti della terra battuta: Navone, Francisco Cerundulo e Ruud, un rodaggio prezioso. Gli tocca l'americano Paul in semifinale: esuberante, imprevedibile, ma privo di quel fondo e della continutà che possono preoccupare il numero 1 al mondo. Che scenderà in campo conoscendo già il nome del primo finalista (il match è alle 15.30): Lorenzo Musetti o Carlitos Alcaraz? Spagnolo favorito, ma il toscano non ha mai giocato così bene. Sarà puro spettacolo tennistico: fioretto e spada, intuizioni e rotazioni, palle corte e attacchi anche in slice. Tutto un altro menù rispetto al match tra Sinner e Ruud. E l'Italia tennistica può solo essere orgogliosa di ritrovarsi a Roma con due semifinalisti. E non finirà qui, perché Jasmine Paolini è addirittura un passo avanti: già in finale. E' azzurro il cielo sopra Roma.
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