Venerdì 18 Ottobre 2024

Parte il concorso per il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica: 6428 posti complessivi

Dopo 20 anni dall’ultimo concorso, riparte il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica: si tratta di 6428 posti complessivi. Ma c'è chi fa notare che nelle scuole italiane oltre un milione di studenti - su poco più di 7 milioni complessivi - non frequenta l’ora di religione e sceglie una materia alternativa.

Bandi firmati dal ministro dell'Istruzione

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha firmato in queste ore due bandi che riguardano la scuola dell’infanzia, la primaria e la scuola secondaria. Per il primo bando i posti sono 1.928 ripartiti tra le due procedure: 927 per la scuola dell’infanzia e la scuola elementare e 1.001 posti per la scuola media e superiore. A questi si aggiungono altri 4.500 posti destinati alle procedure straordinarie, bandite contestualmente dal ministero: 2.164 posti per la scuola dell’infanzia e della primaria e 2.336 posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Un concorso atteso da 20 anni

La prima, e finora unica, procedura, fu bandita nel febbraio 2004 in attuazione della legge 186/03, che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica. "Abbiamo deciso di bandire un nuovo concorso dopo 20 anni di fermo, nella consapevolezza che si tratta di una disciplina importante per la crescita degli studenti. Grazie a docenti competenti e motivati, avremo maggiori occasioni di approfondimento della nostra storia ma anche di confronto sui principi che rappresentano le radici della nostra civiltà", ha detto il ministro Valditara.

La critica della Flc Cgil

La Flc Cgil ha fatto però notare che «la frequenza dell’ora di religione cattolica da parte degli studenti è sempre più bassa». «Premesso buona parte di coloro che sosterranno i concorsi per diventare docenti di religione sono precari, e siamo contenti che queste persone si stabilizzino», ha affermato la segretaria generale, Gianna Fracassi. Tuttavia, ha aggiunto che i concorsi di religione cattolica non sono la risposta di cui ha bisogno la scuola: "c'è un tema che si chiama precarietà ed ha numeri impressionanti". Nell’anno scolastico che sta per concludersi, chi ha un contratto a tempo determinato, tra docenti e personale Ata, sono oltre 250 mila persone.

La crescita dei "non avvalentisi"

Da anni, se nella scuola pubblica italiana cala il numero di studenti, cresce quello di chi dice no all’insegnamento della religione cattolica: nell’anno scolastico 2022/23 sono stati 1.096.846 i ragazzi e le famiglie che hanno scelto di non avvalersi dell’ora di religione, mentre nel 2020/21 erano pari a 1.014.841, con un balzo laico in avanti di un punto e mezzo percentuale, dal 14,07% di due anni prima al 15,5% del passato anno scolastico.

Le province con maggiore percentuale di non avvalentisi

Guardando poi i dati delle province emerge che in ben sei è stata superata la soglia del 30% dei cosiddetti 'non avvalentisi': si tratta di Firenze (37,92%), Bologna (36,31%), Trieste (33,37%), Prato (33,19%), Gorizia (32,51%) e Aosta (30,74%). A livello regionale è la Valle d’Aosta a guidare la classifica (30,74%), seguita da Emilia Romagna (27,48%) e Toscana (27,12%).

La contestazione della Uil Scuola

Ma la Uil scuola contesta questi dati. «È necessario», ha detto il segretario Giuseppe D’Aprile, «sfatare l’assunto che i ragazzi che scelgono l’insegnamento di religione siano sempre di meno. Se analizziamo l’organico dei docenti di religione, dei ragazzi che si avvalgono di questo insegnamento il numero è maggiore rispetto al calo demografico degli alunni».

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