Il sistema assicurativo italiano “c’è”: nel presente e nel “futuro del futuro”. A ribadirlo Maria Bianca Farina, presidente di Ania, l’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici, nel corso della recente assemblea annuale che ha riunito a Roma, all’auditorium Parco della Musica, le 134 aziende aderenti al sodalizio nato nel 1944 e che oggi rappresenta l’85% del mercato. L’incontro, alla presenza del ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e del presidente dell’Istituto di vigilanza Ivass Luigi Federico Signorini, ha fornito lo spunto per tracciare il bilancio di una congiuntura difficile che vede il comparto fortemente impegnato nel sostenere il rilancio del Paese, tra guerra e pandemia, supportandone gli investimenti e fornendo adeguati strumenti di protezione in un percorso improntato alla sostenibilità e alla tutela del “capitale umano”.
BENESSERE E PARTECIPAZIONE
«Al Governo, al Parlamento, ai regolatori - ha evidenziato la presidente nel tracciare azioni, progetti, risultati - vorrei dire che siamo qui, ancora una volta, per assicurare il nostro contributo al Paese al quale siamo fieri di appartenere. Chiediamo solo la definizione di regole chiare e stabili nel tempo, che rendano più efficace il nostro lavoro e consentano la costruzione di nuovi e più efficienti corridoi dove le nostre specificità possano incontrare i bisogni di cittadini, sistema produttivo, istituzioni. In una parola il Paese reale, lo Stato. Tanto più che, per citare John Stuart Mill, il valore di uno Stato è il valore degli individui che lo compongono. Una buona società, efficiente e organizzata, stimola opportunità e partecipazione, produce benessere collettivo diffuso, ammortizza tensioni sociali, stempera estremismi ideologici e comportamentali, induce all’apertura e all’integrazione. Un percorso virtuoso del quale – senza inutili protagonismi ma con spirito di collaborazione tra istituzioni pubbliche e stakeholder privati – ci sentiamo non semplici viandanti ma attori primari e determinati a supportare attivamente lo sviluppo economico e sociale del Paese».
STRATEGIE SOLIDALI PER IL FUTURO
«In questo presente, così complesso e problematico, è difficile pensare al futuro prossimo e ancor di più al “futuro del futuro”. Incombe una crisi alimentare che potrebbe coinvolgere almeno un terzo della popolazione mondiale. Sul piano sociale non possiamo dimenticare l’accentuarsi delle diseguaglianze, la troppo elevata disoccupazione, soprattutto dei giovani e delle donne, le continue morti sul lavoro, i femminicidi, le violenze e gli abusi. La pandemia e la guerra nel cuore dell’Europa ci hanno proiettato nella zona grigia dell’incertezza, che si affronta solo con cambiamenti coraggiosi, leader determinati, l’affermazione di strategie solidali. “Insieme siamo responsabili del futuro della Repubblica”, ci ha ricordato il Presidente Mattarella, la cui rielezione è garanzia di certezza per il futuro. La guerra sta provocando danni, al momento calcolabili solo in parte, sta favorendo la frammentazione economica e la formazione di “blocchi”, mettendo a rischio proprio quella globalizzazione che ha contribuito, pur nelle sue molteplici contraddizioni, a sollevare dalla povertà miliardi di persone».
GLI SCENARI ECONOMICO-FINANZIARI
«Per ora registriamo un rallentamento della crescita globale: secondo il Fondo Monetario Internazionale, dal 6,1% nel 2021 al 3,6% nel 2022. In Italia, si passerebbe, secondo le previsioni di Consensus, dal 6,6% del 2021 al 2,5% di quest’anno. L’inflazione rimarrà elevata molto più a lungo di quanto immaginavamo soltanto sei mesi fa. Per il 2022, nelle economie avanzate è prevista dal FMI al 5,7%, mentre in Italia le ultime previsioni convergono su valori superiori al 6% in media d’anno. A seguito della vigorosa espansione fiscale resa necessaria in molti Paesi per contrastare gli effetti della pandemia, i livelli di debito sono ai massimi storici e i Governi sono più esposti che mai al rialzo dei tassi. Ciononostante, i Governi stessi hanno il delicato compito di sostenere i più vulnerabili, proteggendoli dall’aumento del prezzo del petrolio, del gas e del cibo, anche attraverso una riconsiderazione delle priorità di spesa. È ora necessario definire e rendere operativo il meccanismo di intervento annunciato dalla BCE, senza trascurare che il suo successo deriverà essenzialmente dalla sua credibilità e dal fatto di essere supportato dalla comune volontà politica dei grandi Paesi europei. È evidente che siamo di fronte a una concatenazione di trend globali, in grado di impattare gravemente sull’intera società e per i quali serve studiare e concordare risposte altrettanto globali, che coinvolgano tutti gli attori economici, politici, sociali. L’Europa, in particolare, si è dimostrata all’altezza dei suoi compiti e delle aspettative dei suoi popoli, prendendo decisioni innovative e coraggiose. Per quanto riguarda il nostro Paese, il PNRR ha permesso di delineare importanti interventi e riforme volti a favorire lo sviluppo economico, la competitività e la resilienza. A questo proposito, vorrei evidenziare la necessità di rafforzare l’attenzione e le risorse sulla riforma del sistema di welfare. In uno scenario che vede sempre più la necessità di fornire risposte coordinate a sfide globali, l’assicurazione riveste un ruolo primario. Come gestore professionale dei rischi e grande investitore istituzionale, l’assicurazione fornisce un contributo sostanziale al rafforzamento della resilienza e alla promozione di una crescita sostenibile. Ma per valorizzare appieno il suo contributo, occorre che il nostro settore, già fortemente impegnato su questi fronti, sia sempre più coinvolto nella definizione delle risposte alle principali e decisive sfide, insieme agli altri attori, pubblici e privati».
IL MERCATO ASSICURATIVO ITALIANO
«Nel 2021 i premi complessivi Vita e Danni hanno raggiunto 140 miliardi di euro, in aumento del 3,8%, tornando così al livello del 2019. In particolare, i premi Vita, il risparmio che gli italiani ci affidano, hanno segnato un risultato di 106 miliardi, in crescita del 4,5%. Molto significativo è stato l’incremento dei prodotti multiramo, in grado di adattarsi al cambiamento. I premi Danni, con una raccolta di 34,1 miliardi, sono aumentati del 2%. Si conferma così una domanda di protezione in crescita, seppure ancora insufficiente per superare la situazione di sottoassicurazione che connota il nostro Paese. Gli investimenti complessivi hanno sfiorato i 1.050 miliardi ed è proseguito il trend di diversificazione di portafoglio. Restiamo, dunque, grandi investitori istituzionali e orientati verso investimenti sostenibili di medio-lungo termine. In questa prospettiva si colloca il successo della nostra iniziativa di un Fondo per gli investimenti infrastrutturali, che di recente ha annunciato il final closing con una raccolta di 516 milioni. L’indice di solvibilità, indicatore della solidità del settore, è aumentato rispetto al 2020, risultando pari a 2,5 volte rispetto al minimo richiesto dalle norme. Nei primi mesi del 2022 il settore sta dimostrando una significativa capacità di resilienza al peggioramento dello scenario economico. In particolare, si conferma il trend di crescita dei rami Danni non auto, mentre nel Vita, malgrado una riduzione dei premi, la raccolta netta resta ancora positiva. Il biennio 2022-23 presenta però molte incertezze per l’economia italiana e, quindi, per le nostre Compagnie. Per le assicurazioni italiane si tratta di affrontare, per la prima volta dagli anni ‘80, uno scenario di tassi in rialzo e di soddisfare la domanda, da parte dei risparmiatori, di protezione rispetto all’inflazione. In definitiva, dobbiamo essere molto attenti alle valutazioni congiunturali, ma non dobbiamo perdere di vista le prospettive di lungo termine, che continuano a indicarci la necessità di aumentare la protezione degli italiani, pianificando e gestendo soluzioni assicurative innovative e sostenibili».
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