Al Nord condizioni di tempo stabile con ampio soleggiamento fino al pomeriggio, a parte formazioni nebbiose durante le ore più fredde. Seguirà, nel corso della serata, un graduale peggioramento con nubi e precipitazioni a partire dal settore occidentale ed in successiva estensione alle restanti regioni.
Nevicate dalla sera lungo l’Arco alpino centroccidentale, a quote in generale superiori agli 800 metri, ma in discesa fino a 200 metri sul Piemonte sudoccidentale. Temperature minime in calo sulle regioni alpine e su quelle tirreniche, stazionarie sul resto del territorio. Venti deboli settentrionali sulla Liguria, in rinforzo dalla sera; deboli variabili altrove, tendenti a divenire moderati meridionali dalla sera. Mari mossi, tendenti a divenire molto mossi in serata Mar Ligure e Tirreno.
Al Sud e sulla Sicilia annuvolamenti diffusi lungo il settore tirrenico meridionale ma con precipitazioni che interesseranno per lo più Campania ed entroterra molisano. Velature sulle altre aree ma con aumento della nuvolosità nel corso della serata. Temperature minime in calo sulle regioni tirreniche peninsulari, stazionarie sul resto del territorio. Venti deboli variabili, tendenti a divenire moderati meridionali dalla sera, con rinforzi sulla Sicilia. Mari mossi, tendente a divenire molto mosso in serata il Tirreno.
In Lombardia, dove la portata del fiume Adda cresce di 12 metri cubi al secondo, le riserve idriche stoccate sono deficitarie del 57,6% rispetto alla media storica. Le piogge più copiose si sono registrate sulla provincia di Varese (Mondonico: mm. 91 in 24 ore), mentre gli accumuli maggiori di neve al suolo ci sono stati a Ponte in Valtellina (cm.109). In Emilia-Romagna restano «a secco» i bacini irrigui piacentini, i cui i volumi idrici stoccati sono addirittura inferiori a quelli del 2017, anno di grande siccità. Comunque, si segnala un cospicuo aumento di portata nei fiumi Secchia, Enza e Taro (gli ultimi due abbondantemente superiori alle portate medie mensili).
Una congiuntura idricamente favorevole accomuna due regioni confinanti ed entrambe finora colpite da importanti condizioni di siccità: in Toscana, infatti, le forti piogge cadute soprattutto sul Grossetano (Roccalbegna: mm. 96,2) hanno ingrossato i corsi d’acqua, tanto che l’Albegna è cresciuto in 9 ore di oltre 3 metri ed il Fiora di m. 2,85. Precipitazioni abbondanti si sono registrate anche sulle province di Firenze, Pisa, Pistoia e Lucca; tutti i fiumi hanno registrato aumenti di portata notevoli: se Ombrone e Sieve sono ora ben al di sopra dei livelli degli ultimi anni, si evidenzia il caso del Serchio che, nonostante un forte incremento nei flussi, resta deficitario rispetto alle medie. Continuano a scendere i livelli dei corsi d’acqua marchigiani ed anche del fiume Tevere nella bassa valle umbra, mentre è da segnalare la crescita di oltre 2 metri nel livello alla diga di Corbara.
Nonostante le perturbazioni abbiano coinvolto un pò tutta l’Italia, continua ad essere il meridione la zona più umida del Paese, dove l’estremizzazione degli eventi meteo mette alla prova la resilienza dei territori. I fenomeni più violenti si sono manifestati in Calabria ed in Sicilia (province di Messina e Catania).
Nella prima delle due regioni, abbondanti e violente precipitazioni (a Roccabernarda: mm.108 in 2 ore, sommate ai mm. 84 caduti nelle ore precedenti ed alle diffuse piogge dei giorni prima) hanno provocato esondazioni del fiume Tacina; esemplare è la condizione del territorio di Pagliarelle, nel crotonese, dove dal 26 novembre sono caduti oltre 340 millimetri di pioggia.
In Sicilia le celle temporalesche hanno colpito maggiormente la zona di Novara di Sicilia, nel messinese, dove in sole 2 ore si sono abbattuti ben 150 mm di pioggia. In Sardegna, infine, le precipitazioni di inizio dicembre sono state inferiori a quelle registrate nelle altre regioni: sul Medio Campidano sono caduti circa 15 millimetri d’acqua, mentre nel resto della regione in pochi casi si è toccata la doppia cifra; da gennaio ad oggi, nell’isola si va dal minimo di pioggia, registrato a Santa Teresa di Gallura (mm. 406,9), al massimo di mm. 1063,6 a Desulo Perdu Abes, sulle montagne del Nuorese
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