O Facebook si adegua entro fine anno alla 'operazione trasparenza' chiesta dall’Ue sui termini di utilizzo del social e dei servizi che offre, oppure potranno scattare sanzioni da parte delle autorità nazionali di tutela dei consumatori. E’ la minaccia brandita dalla commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova, nel giorno in cui anche la penultima piattaforma refrattaria, Airbnb, è venuta incontro alle richieste trovando un’intesa con Bruxelles per rendere più chiaro il sistema dei prezzi degli appartamenti in affitto e le clausole contrattuali e di utilizzo. Facebook intanto smorza i toni, assicurando che farà ulteriori aggiornamenti sebbene ritenga di avere già fatto molto. «La mia pazienza ha raggiunto il limite», ha avvertito Jourova, ormai «sto diventando impaziente, sono due anni che dialoghiamo, non voglio vedere progressi ma risultati». Altrimenti scatteranno multe a Menlo Park. «E' giunto il momento di azioni concrete e non più delle promesse», ha messo in chiaro la commissaria, altrimenti «se i cambiamenti richiesti non saranno attuati entro fine anno faccio appello alle autorità dei consumatori per agire rapidamente e sanzionare la società». In particolare, Bruxelles contesta alla piattaforma i termini di servizio di aprile che contengono una «presentazione fuorviante delle caratteristiche principali dei servizi di Facebook». Questo, infatti, dice agli utenti che i loro dati e contenuti vengono usati solo per migliorare la loro «esperienza" complessiva del social, senza menzionare però con chiarezza che questi vengono utilizzati anche a scopo commerciale. Come del resto successe già con il caso Cambridge Analytica, quando i dati personali di 87 milioni di utenti europei furono venduti senza consenso a fini elettorali. Questo, però, è ancora un altro aspetto della vicenda che riguarda la tutela della privacy e su cui si sono attivati i garanti europei in materia, con quello britannico in prima fila, e non i consumatori che entrano in gioco in questo caso. «Continueremo la nostra stretta cooperazione» con la Commissione Ue, ha assicurato Menlo Park a Bruxelles, garantendo la volontà di «fare gli aggiornamenti appropriati». Per Facebook, però, il grosso è già stato fatto. «I nostri termini sono molto più chiari su cosa sia e non sia consentito», grazie all’aggiornamento di «maggio» che «include la stragrande maggioranza dei cambiamenti che Commissione Ue e la rete per la cooperazione sulla protezione dei consumatori (Cpc) avevano proposto fino ad allora».