«Oggi sono di moda i populismi, che non hanno niente a che vedere con il 'popolare': il popolare è la cultura del popolo, e la cultura del popolo si esprime nell’arte, si esprime nella festa: ogni popolo fa festa, a suo modo. Ma il populismo è il contrario: è la chiusura in un modello, 'siamo chiusi, siamo noi soli', e quando si è chiusi non si va avanti». Così si rivolge Papa Francesco ai giovani.
«Come vincere questa mentalità di chiusura all’altro, allo straniero? Si vince con l'abbraccio, con l’accoglienza, col dialogo con l’amore: è la parola che apre tutte le porte». Nell’incontro con i giovani nell’Aula Paolo VI, nell’ambito del Sinodo loro dedicato, il Papa rispondeva a una loro domanda su «come vincere la mentalità sempre più diffusa che vede nello straniero, nel migrante il male, il nemico da cacciare».
«Questa è la mentalità che c'è di fare schiavi della gente - ha sottolineato Francesco - non solo chiudere le porte, chiudere le mani». Il Pontefice ha anche lodato la «concretezza» degli esempi di accoglienza fatti dai giovani nel corso dell’incontro. Indicando ai giovani la «coerenza di vita», Papa Francesco ha denunciato «una Chiesa incoerente, una Chiesa che ti legge le Beatitudini e poi cade nel clericalismo più principesco e scandaloso».
«Se tu sei cristiano - ha esortato il Pontefice -, prendi le Beatitudini e portale nella pratica. E se tu sei un uomo o una donna che ha dato la vita, l’hai consacrata, anche se sei un prete e vuoi vivere come cristiano, segui la strada delle Beatitudini, non la strada della mondanità, la strada del clericalismo, che è una delle perversioni più butte della Chiesa».
Senza una «coerenza di vita», in campo politico «si perde il senso del potere: si perde quello che Gesù ci ha detto, che il potere è il servizio, il vero potere è servire». Altrimenti, ha spiegato il Pontefice, il potere diventa «egoismo, abbassare l’altro, non lasciar crescere l'altra persona, è dominare, fare schiavi, non gente matura». «Il potere è far crescere la gente - ha insistito Francesco -, farsi servitori della gente. Questo è il principio, sia per la politica, sia per la coerenza nelle vostre vite».
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