Diverse città del Pakistan sono paralizzate dalle proteste arrivate al secondo giorno dopo l'assoluzione alla cristiana Asia Bibi, scagionata ieri dall'accusa di blasfemia dalla Corte Suprema. La maggior parte delle strade sono bloccate a Karachi, il capoluogo della provincia di Sindh, mentre le attività commerciali sono ferme.
Le proteste sono in corso anche in diverse città della provincia del Punjab, dove Khadim Hussain Rizvi, capo del gruppo religioso estremista sunnita Tehreek e Labbaik Pakistan (Tlp), sta conducendo una protesta di fronte all'assemblea provinciale. I manifestanti si sono anche scontrati con i poliziotti fuori dall'ufficio del capo della polizia a Lahore.
In molte città del Paese è stato interrotto il segnale dei telefoni cellulari per impedire ai manifestanti di organizzarsi sui social media, dato che i principali media del Paese non forniscono alcuna copertura sulle manifestazioni. Anche gli ospedali sono in allerta per far fronte alla situazione di emergenza
"Asia Bibi non è al sicuro in Pakistan e intende lasciare presto il Paese", lo ha confermato il fratello della donna James Masih. Asia lascerà quindi il Pakistan dopo che sarà stata liberata formalmente da un luogo segreto in cui è stata portata per ragioni di sicurezza. L'uomo non ha precisato il Paese in cui la donna intenderebbe trasferirsi. Al momento Francia e Spagna hanno offerto asilo.
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