La Settima Brigata, la milizia libica che con il suo assalto alla capitale a fine agosto aveva innescato un mese di scontri da quasi 120 morti e oltre 400 feriti, è tornata a sparare a Tripoli in quella che appare una chiara reazione alla Conferenza di Palermo che ha appoggiato il suo principale nemico-obiettivo: il premier Fayez Al Sarraj. Informazioni su scontri nel distretto di Ben Ghashir, Tripoli sud, tra la 7/a Brigata e i miliziani della Forza di sicurezza centrale hanno offuscato in serata la soddisfazione post-Palermo che nelle strade di Tripoli faceva ipotizzare addirittura una visita del premier Giuseppe Conte nella capitale libica. Secondo media locali, i miliziani della Settima hanno eretto checkpoint e bloccato alcune strade dichiarando «zona militare" l'area in cui si trova il vecchio aeroporto internazionale di Tripoli, chiuso dal 2014 e rimpiazzato dal più centrale 'Mitigà, teatro principale dei violenti scontri dello scorso agosto. Un portavoce dell’ex premier Khalifa Ghweil, in dichiarazioni all’ANSA, ha spiegato la nuova fiammata di violenza con la delusione creata dalla Conferenza tra le milizie - tra cui appunto la 7/a Brigata - che avevano attaccato la capitale col fine di cacciare, accusandole di essere «corrotte" e taglieggiare la capitale in vari modi, le formazioni che sostengono Sarraj. «C'era ampiamente da aspettarselo dopo che la conferenza per la Libia di Palermo ha scioccato le forze anti-corruzione» e «non ha mai menzionato il disarmo dei criminali della corruzione nella capitale», ha sostenuto il portavoce, Jamal Zubia. «Sono molto contento del risultato della conferenza che appoggia il presidente Fayez Al-Sarraj», ha detto invece il consigliere comunale Ahmed Wali. «La presenza, anche se un pò tardiva, di Khalifa Haftar è stata positiva», ha notato ancora Wali, evocando i giorni di incertezza sulla presenza del generale che ha confermato ufficialmente di partecipare parzialmente alla conferenza di Palermo solo al momento in cui si è mostrato in passerella. «E' stato un incontro che rafforza Ghassan Salamé, il quale ultimamente consideriamo come primo cittadino libico: ha fatto un gran lavoro», ha sottolineato il consigliere, sostenendo che «la gente é molto contenta e siamo molto ottimisti dopo questo incontro» nel capoluogo siciliano. "Vogliamo che il primo ministro Conte vada avanti applicando tutti questi accordi anche attraverso una visita ufficiale a Tripoli», da preparare - ha aggiunto Wali - «magari iniziando a ricevere rappresentanti di organizzazioni non-governative al fine di rafforzare il rapporto con l’Italia».