Nuove accuse contro l’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, da parte del suo ex uomo forte di governo, Antonio Palocci: in dichiarazioni davanti al tribunale federale di Brasilia, l’ex ministro delle Finanze, oggi collaboratore di giustizia, ha affermato che Lula avrebbe favorito con agevolazioni fiscali imprese del settore auto in cambio di una tangente per il figlio, Luís Cláudio. L’ex capo di Stato è attualmente in carcere dopo essere stato condannato in primo grado per corruzione nell’inchiesta Lava jato sui fondi neri Petrobras, la Mani Pulite verdeoro. La mazzetta destinata al figlio di Lula sarebbe stata compresa tra i due e i tre milioni di reais (tra i 580 mila e gli 880 mila euro) e doveva servire - secondo le denunce - a promuovere in Brasile un torneo di football americano, organizzato da Luiz Claudio Lula da Silva. Attraverso una nota, i legali dell’ex presidente Lula hanno sostenuto che Palocci «ha mentito» e che la sua testimonianza non è affidabile perché deve «mantenere i rilevanti vantaggi ottenuti dall’accordo di delazione premiata», che prevede sconti di pena in favore dei 'pentiti'. Palocci, già esponente di spicco del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra) fondato da Lula, è stato ministro delle Finanze tra il 2003 e il 2006, durante il primo governo dell’ex presidente-operaio, e nel 2010 è stato coordinatore della campagna elettorale del successore di Lula, Dilma Rousseff. La scorsa settimana a Palocci sono stati concessi i domiciliari dopo 27 mesi di carcere, dove scontava una condanna per corruzione sempre nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato.