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Germania, l'Unione Cristiano Democratica divisa: schiaffo a Karrenbauer sul nuovo segretario

Angela Merkel e Annegret Kramp-Karrenbauer

Il giorno dopo l’elezione di Annegret Kramp-Karrenbauer alla presidenza, la spaccatura della Cdu tedesca si materializza in un volto e un numero: Paul Ziemiak, che è stato eletto nuovo segretario generale con il 63%
dei voti. Un risultato magrissimo, che racconta l’inquietudine del partito che ieri ha aperto l’era post Merkel con la vittoria (sul filo di lana) di 'AKK'. Oggi è stata lei, la nuova presidente, a tentare una prima mossa tattica, e «coraggiosa», le danno atto in molti: quella che Spiegel ha definito "l'offerta di pace», scegliendo per la seconda carica del partito il leader dei giovani dell’Unione (JU), Paul Ziemiak. Ma in molti non l’hanno premiata, dando un primo sonoro schiaffo alla donna che succede ad Angela Merkel.

Trentatré anni, sposato, un figlio, questo giovane di solito brillante è apparso sul palco del congresso di Amburgo già
turbato, con gli occhi arrossati e gonfi, in vista di un esito che sapeva essere evidentemente incerto. Ziemiak fa parte
dell’ala conservatrice del partito, è amico di Jens Spahn - anche se non si è schierato apertamente e questo avrebbe
provocato degli attriti col ministro della Salute ultimamente - non è un merkeliano e la scelta del suo nome sarebbe servita a Karrenbauer proprio per mandare un segnale di conciliazione ai tanti che ieri non hanno votato per lei.

Bild offre un’altra lettura: la richiesta a Ziemiak è arrivata a mezzanotte, e sarebbe servita per dare un altro colpo
a Merz. Lui ha lavorato fino all’alba al suo discorso, risultato comunque fiacco e poco convincente. «È difficile spiegare perché il risultato sia stato così cattivo. Le ragioni possono essere molteplici», ha affermato sollecitato dall’ANSA Daniel Guenther, presidente dello Schleswig-Holstein e potente esponente dei cristiano-democratici. Guenther cita ad esempio la delusione di tanti che hanno visto l’ennesimo candidato del Sauerland, terra di provenienza anche di Merz e Spahn. «Ma io credo che la maggior parte del partito voglia lavorare assieme. Non vedo un partito diviso», ha provato a rassicurare.

L’ala economica del partito intanto è chiaramente insoddisfatta: «Merz, abbiamo bisogno di te, per favore resta
con noi», ha esortato in un accorato appello dal palco stamani Carsten Linneman, uno dei giovani ribelli anti-Merkel, presidente del MIT, associazione del ceto medio e dell’economia.

Ma che succede a Merz? L’avversario sconfitto da Annegret è in cerca di una posizione, avendo fatto l’errore di non candidarsi al direttivo del partito, diversamente dal terzo candidato Jens Spahn, che da oggi ne è parte. I suoi sostenitori lo vorrebbero al governo, ma non sarà semplicissimo convincere Frau Merkel.

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