Cesare Battisti è di nuovo in fuga. Raggiunto da un ordine d’arresto disposto ieri da Luiz Fux, magistrato del Supremo Tribunale Federale brasiliano, l’ex terrorista dei Pac - la cui estradizione è stata chiesta dall’Italia perché sconti la condanna all’ergastolo per omicidio - si è reso irreperibile, e la polizia del paese sudamericano lo considera ormai un latitante. La decisione di Fux, che doveva restare segreta fino alla cattura di Battisti, è stata rivelata ieri dal telegiornale della sera di tv Globo. L’arresto dell’italiano era stato chiesto dalla procuratrice generale, Raquel Dodge, «per evitare il rischio di fuga e assicurare un’eventuale estradizione». Il presidente del Brasile, Michel Temer, ha firmato oggi il decreto di estradizione per Battisti, lasciando al capo dello Stato la responsabilità di decidere sulla sua consegna alla giustizia italiana, per scontare l’ergastolo al quale è stato condannato per la sua partecipazione in quattro omicidi. In base alla decisione di Temer, che ha effetto immediato e sarà pubblicata in una edizione speciale della Gazzetta Ufficiale, il ministero della Giustizia brasiliano può dare inizio alle pratiche necessarie per l'estradizione di Battisti. Grace Mendonca, responsabile della Avvocatura Generale dello Stato, ha detto alla Folha de Sao Paulo che «il presidente ha considerato che era giunto il momento di firmare (il decreto di estradizione), giacché dopo la decisione del giudice del Stf non esistono più ostacoli», aggiungendo che «tocca ora alle forze di sicurezza localizzare ed arrestare» Battisti. Gli avvocati dell’ex terrorista hanno presentato nel frattempo un ricorso al Stf contro la decisione del giudice Fux, chiedendo che si sospenda almeno l’ordine di arresto fino a quando l’alta corte non avrà esaminato il caso nella sua ultima sessione plenaria prima della pausa estiva, prevista per il prossimo 19 dicembre. Il presidente Sergio Mattarella ringrazia il capo di Stato brasiliano Michel Temer per la decisione di firmare il decreto di estradizione per Cesare Battisti. «Il gesto da Lei compiuto costituisce una testimonianza significativa dell’antica e solida amicizia tra il Brasile e l’Italia e testimonia la sensibilità in relazione a una vicenda complessa e delicata, che suscita sentimenti di intensa partecipazione nell’opinione pubblica del nostro Paese. Apprezzo molto la determinazione della Sua decisione, che contribuisce a rendere giustizia alle vittime» e all’Italia. Dato che le leggi brasiliane vietano che si arresti una persona a casa sua durante la notte, all’alba di oggi un gruppo di cronisti era già presente davanti alla residenza dell’ex terrorista a Cananeia, sulla costa dello stato di San Paolo. Ma la casa era vuota: nessuno ha risposto al campanello e dall’esterno non si notava nessun movimento. L’avvocato di Battisti, Igor Sant'Anna Tamasauskas, ha detto ai giornalisti di non sapere dove si trovi il suo cliente, spiegando di averlo cercato al telefono, senza successo. «Ieri abbiamo saputo della decisione presa dal tribunale e fra questa decisione e la sua esecuzione Battisti ha avuto il tempo di decidere cosa fare», ha aggiunto. Tamasauskas non ha voluto però confermare che Battisti sia di fatto latitante, limitandosi a dire che «si tratta di una decisione personalissima che deve prendere lui, e lui sa quale sarebbero le conseguenze». Fonti della polizia federale tuttavia hanno fatto sapere che dopo una serie di accertamenti hanno stabilito che Battisti si trova «in una località ignota» e dunque è da considerarsi latitante. Gli avvocati dell’ex terrorista hanno annunciato comunque che faranno ricorso contro l’ordinanza di Fux. «A prescindere se sia giusta o no questa decisione, c'è la precedente decisione dell’allora presidente Lula, 8 anni fa, di non concedere l'estradizione», ha detto Tamasauskas. Il Stf, infatti, si era già dichiarato a favore dell’estradizione di Battisti nel 2010, lasciando però l’ultima parola all’allora presidente Lula. Che concesse all’italiano la residenza permanente in Brasile nelle ultime ore del suo mandato, impedendo così che fosse mandato in Italia. La notizia dell’ordine d’arresto per Battisti era stata accolta con entusiasmo da Matteo Salvini: «Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente Jair Bolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, regalando a Battisti un futuro nelle patrie galere», aveva scritto su Twitter il ministro degli Interni prima di sapere che l’ex terrorista si era dato alla fuga. La risposta di Bolsonaro non si era fatta attendere: «Grazie per la considerazione di sempre, signor ministro dell’Interno italiano. Che tutto si normalizzi in tempi brevi nel caso di questo terrorista assassino difeso dai compagni di ideali brasiliani», ha twittato il presidente eletto, aggiungendo: «Conta su di noi!».