Le porte della Chiesa sono aperte a tutti, cristiani e non cristiani. Lo assicura Papa Francesco il cui pensiero per questo Natale è per coloro che sono costretti a trascorrere le feste «lontani dalla loro famiglia e dalla loro terra. Cari fratelli e sorelle, il nostro Padre celeste non vi dimentica e non vi abbandona», ha detto con un accorato augurio il pontefice oggi all’Angelus. «Se siete cristiani, vi auguro di trovare nella Chiesa una vera famiglia, dove sperimentare il calore dell’amore fraterno. E a tutti, quanti sono lontani dalla loro famiglia, cristiani e non cristiani, dico: le porte della comunità cristiana sono aperte». Un messaggio di segno diverso arriva invece dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con riferimento alla richiesta di attracco della Sea Watch, il leader della Lega ribadisce: «La mia risposta non cambia: i porti italiani sono chiusi, stop al traffico di esseri umani!». «Tagliati gli ingressi» di immigrati di «quasi centomila», ha poi annunciato. «Sono contento - ha commentato il ministro - perché stato riuscendo a realizzare qualcosa che aspettavamo da anni: sembrava che non si potessero bloccare i barconi». Per Papa Francesco domani cominceranno i riti legati alla celebrazione del Natale: la sera la messa della Notte di Natale, il 25 la benedizione Urbi et Orbi, nel corso della quale tradizionalmente il pontefice ricorda e prega per le aree del pianeta più martoriate. Angelus poi il 26, festa di Santo Stefano, e domenica 30. Il 31 dicembre l’anno chiuderà con il tradizionale Te Deum, la celebrazione di ringraziamento per l'anno trascorso, alla fine della quale il Papa visiterà di persona il presepe di sabbia in piazza San Pietro. Il Natale è il momento di tornare in famiglia «ma tante persone non hanno questa possibilità», ha detto oggi all’Angelus, 20mila fedeli in piazza, con uno sguardo tutto dedicato a chi trascorrerà le feste lontano dalla propria terra. A tutti il Papa ha invece augurato di «vivere un Natale estroverso ma non disperso: al centro non ci sia il nostro 'io', ma il Tu di Gesù e il tu dei fratelli, specialmente di quelli che hanno bisogno di una mano». Infine, sempre all’Angelus, Papa Francesco ha pregato per le popolazioni dell’Indonesia, «colpite da violente calamità naturali, che hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate». «Faccio appello - ha detto ancora il Papa - perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale».