Venerdì 22 Novembre 2024

L'anti-Trump scioglie le riserve, Kamala Harris punta alla Casa Bianca

Kamala Harris ufficializza la sua volontà di candidarsi per la corsa alla Casa Bianca

Donna, metà asiatica e metà afroamericana (la mamma è di etnia Tamil, il papà giamaicano). Nata e cresciuta nella California più liberal e anti-Trump che ci sia, dalla natia Oakland alla sua città d’adozione, San Francisco. La senatrice Kamala Harris, avvocatessa ed ex procuratrice, è quanto di più lontano e agli antipodi ci possa essere dalla figura del tycoon. In tutto e per tutto figlia di un Paese multirazziale e che si fonda sull'immigrazione. Esempio vivente di chi crede ancora che non ci debbano essere muri per chi insegue l’American Dream. Ora a 54 anni "l'Obama donna" - come da tempo è stata ribattezzata - fa sognare milioni di elettori democratici che bramano il riscatto dopo la batosta nelle ultime elezioni presidenziali. Ha infatti sciolto le riserve in un’intervista alla Abc e in un video postato sui social, annunciando la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2020 e lanciando un primo chiaro segnale all’attuale presidente: «Guardiamo al momento che stiamo vivendo: la gente merita una persona che davvero combatta per loro e che metta i loro interessi davanti ai propri interessi personali». Trump è avvertito.  La senatrice Harris sarà un osso duro. Centrista, ma capace di intercettare molte delle istanze più progressiste, ha con sé non solo tanto talento, quello che lo ha portata a ricoprire la carica di procuratore generale della California dal 2011 al 2017, ma anche la forza di tante suggestioni: quella di poter diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, ma anche la prima presidente espressione di due delle minoranze più radicate negli Usa, radici che affondano nell’Asia e nell’Africa. Quelle radici che nel 2016 ne fecero la prima senatrice con origini indiane e 'black' della storia. Ma Kamala ha un’altra carta che può risultare determinante per primeggiare nel superaffollato parterre che caratterizzerà le primarie democratiche: è considerata uno degli eredi di Barack Obama, che l’ha sempre sostenuta e che non ha mai nascosto un debole per la donna che una volta - creando uno dei rarissimi gossip della sua presidenza - definì «la procuratrice più bella in circolazione». Battuta per la quale l’ex presidente dovette addirittura chiedere scusa. Ma ora l’elevatissima popolarità e influenza di cui ancora godono gli Obama può essere un punto di forza indiscutibile. Harris è la quarta donna e scendere in campo per i dem dopo la senatrice progressista Elizabeth Warren, la paladina del #metoo Kristen Gillibrand e la deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard. E sul fronte maschile, in attesa di sapere chi tra Joe Biden, Bernie Sanders o Beto O'Rourke deciderà di accettare la sfida, si intensificano nelle ultime ore le voci attorno ad altri due nomi anti-Trump: quello dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, 76 anni, che starebbe facendo le ultime valutazioni e che punta tutto sulla lotta ai cambiamenti climatici e alle armi da fuoco, e quello dell’ex Ceo di Starbucks Howard Schultz, 65 anni, ex sostenitore di Hillary Clinton ma intenzionato a correre come candidato indipendente. Quest’ultimo avrebbe già messo in piedi un suo team per le pubbliche relazioni guidato da Steve Schmidt, l’uomo che gestì la campagna presidenziale del senatore repubblicano John McCain.

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