Theresa May è pronta a cercare di negoziare con l’Ue modifiche all’accordo di divorzio raggiunto a novembre che introducano garanzie «vincolanti» contro il contestato meccanismo del backsop per l’Irlanda. La premier lo ha detto inaugurando oggi la ripresa del dibattito ai Comuni sul "piano B" sulla Brexit, sullo sfondo del sostegno del governo a un emendamento ad hoc del deputato Graham Brady, mirante a ricompattare la maggioranza e a far rientrare il dissenso dei Tory brexiteers e degli alleati unionisti nordirlandesi del Dup.
«Dobbiamo rendere chiaro all’Ue ciò che serve per ottenere il sostegno di questa Camera» a un accordo di divorzio sulla Brexit, ha sottolineato May, insistendo sul dovere di «onorare la volontà popolare» del referendum del 2016 e di far «uscire il Regno Unito dall’Unione Europea» e ribadendo la data di uscita del «29 marzo 2019».
«L'unico modo per evitare un no deal», ma anche per evitare una «no Brexit», ha ripreso la premier, «è quello di avere un deal». Per questo, ha annunciato, intendo «tornare a Bruxelles» per negoziare un accordo che possa essere approvato a Westminster. A questo fine, ha precisato, occorre tuttavia che io abbia «un mandato» su «ciò che questo Parlamento vuole e non su ciò che non vuole».
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