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Giornata nazionale per la vita, Papa Francesco: "L'aborto non è un diritto umano"

Papa Francesco

L’aborto non può essere considerato un «diritto umano». Lo ha ribadito con forza Papa Francesco ricevendo oggi in udienza il Consiglio direttivo del Movimento per la Vita italiano, alla vigilia della 41/a Giornata nazionale per la vita che si celebrerà domani. «Spegnere volontariamente la vita nel suo sbocciare è, in ogni caso, un tradimento della nostra vocazione - ha affermato - oltre che del patto che lega tra loro le generazioni, patto consente di guardare avanti con speranza».

Per il Papa «Dove c'è vita, c'è speranza! Ma se la vita stessa viene violata nel suo sorgere, ciò che rimane non è più l’accoglienza grata e stupita del dono, bensì un freddo calcolo di quanto abbiamo e di ciò di cui possiamo disporre. Allora anche la vita si riduce a bene di consumo, da usare e gettare, per noi stessi e per gli altri». «Come è drammatica questa visione, purtroppo diffusa e radicata, anche presentata come un diritto umano, e quante sofferenze causa ai più deboli dei nostri fratelli!», ha aggiunto.

Al Movimento per la Vita, Bergoglio ha riconosciuto di aver «testimoniato con franchezza che quanti sono concepiti sono figli di tutta la società, e la loro uccisione in numero enorme, con l’avallo degli Stati, costituisce un grave problema che mina alle basi la costruzione della giustizia, compromettendo la corretta soluzione di ogni altra questione umana e sociale».

E in vista proprio della Giornata per la Vita, ha rivolto «un appello a tutti i politici, perché, a prescindere dalle convinzioni di fede di ognuno, pongano come prima pietra del bene comune la difesa della vita di coloro che stanno per nascere e fare il loro ingresso nella società, alla quale vengono a portare novità, futuro e speranza». «Non si lascino condizionare da logiche che mirano al successo personale o a interessi solo immediati o di parte, ma guardino sempre lontano, e con il cuore guardino a tutti», ha richiamato Francesco.

Il Papa ha voluto anche fare un’importante «sottolineatura», così l’ha chiamata, «come premessa generale». Se la Giornata per la vita «mette in luce ogni anno il valore primario della vita umana e il dovere assoluto di difenderla, a partire dal suo concepimento fino al suo naturale spegnersi», è anche vero che «prendersi cura della vita esige che lo si faccia durante tutta la vita e fino alla fine».

Ed «esige anche che si ponga attenzione alle condizioni di vita: la salute, l’educazione, le opportunità lavorative, e così via»; insomma, «tutto ciò che permette a una persona di vivere in modo dignitoso». Perciò, ha detto ancora, «la difesa della vita non si compie in un solo modo o con un unico gesto, ma si realizza in una molteplicità di azioni, attenzioni e iniziative; né riguarda solo alcune persone o certi ambiti professionali, ma coinvolge ogni cittadino e il complesso intreccio delle relazioni sociali».

La società, secondo il Papa, «dovrebbe essere sempre gelosa e ferma custode della vita, perché 'la vita è futuro', come ricorda il messaggio dei Vescovi. Solo se le si fa spazio si può guardare avanti, e farlo con fiducia». Ecco perché «la difesa della vita ha il suo fulcro nell’accoglienza di chi è stato generato ed è ancora custodito nel grembo materno, avvolto nel seno della madre come in un amoroso abbraccio che li unisce». E noi, «come possiamo considerarlo un’opera solo nostra, fino a sentirci in diritto di disporne a nostro piacimento?».

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