Un difetto nel software che gestisce i dati relativi al sistema di protezione dell'inviluppo di volo, ossia la relazione fra l'angolo di attacco dell'ala, la velocità del velivolo e il flusso di aria che lo circonda: è questa ad ora una delle ipotesi più accreditate sulle cause dell'incidente del Boeing 737 MAX 8 dell'Ethiopian Airlines avvenuto ieri pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba. Lo suggeriscono forti analogie con l'incidente avvenuto il 29 ottobre 2018 in Indonesia al Boeing 737 MAX, volo Lion Air JT610. Nel disastro aereo sono morte 157 persone, fra cui 8 italiani. A bordo anche Sebastiano Tusa, l'assessore regionale della Sicilia ai Beni culturali. Un aereo sotto osservazione, dunque che in Europa viaggia con la compagnia low cost Norwegian Air Shuttle. E poi, in Sicilia, sugli aeroporti di Catania e Palermo con Flydubai e Air Italy. Mentre Ryanair ha confermato un anno fa l’ordine di 25 aerei Boeing 737 MAX 8, per il valore di 3 miliardi di dollari. In una nota Air Italy, l'ex Meridiana, che in flotta ha 3 Boeing 737 Max 8, rassicura: "Per la nostra compagnia aerea, la sicurezza dei nostri passeggeri è da sempre la principale priorità. Con riguardo al B737 Max 8 e a tutti gli aeromobili operativi in flotta, la compagnia si trova in piena conformità con le disposizioni delle autorità aeronautiche e alle procedure operative e direttive del costruttore". Ma da più parti si chiede di fermare questi Boeing, cosa già avvenuta nelle ultime ore in Etiopia, Indonesia, Cina. A partire dall'Associazione Nazionale Piloti (Anp): "A seguito dell'incidente aereo avvenuto ieri - fanno sapere - e a cinque mesi da quello della Lion Air verificatosi in Indonesia con la stessa tipologia di aeromobile, ha richiesto all'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile (Enac) di intervenire su tutte le compagnie italiane che hanno in uso questa tipologia di aeromobile, mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari". Stessa richiesta arriva dal Codacons che ha inviato una diffida all'Enac per "bloccare in modo categorico tutti i decolli dei Boeing 737 Max dagli scali italiani e di avviare verifiche urgenti circa la formazione dei piloti, con particolare riferimento alla compagnia Air Italy - con sede a Olbia - che avrebbe già nella propria flotta il modello di velivolo protagonista dell'incidente e ne avrebbe ordinati un totale di 20". Mentre l'agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) sta "monitorando da vicino" la situazione dopo l'incidente aereo. Lo ha detto un portavoce, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. E' troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee, o per agire, ha detto il portavoce. L'Easa è in contatto con l'autorità americana Federal Aviation Administration (Faa) e con le autorità etiopi. Un primo verdetto potrà venire dalle due scatole nere del velivolo della Ethiopian Airlines, che sono state recuperate anche se almeno una risulta parzialmente danneggiata e quindi si dovrà vedere cosa se ne può ricavare. La Boeing, da parte sua, sta verificando il possibile malfunzionamento dei 737 Max, un modello di punta per i costi contenuti di acquisto, i risparmi del 20% di carburante e le spese quasi nulle per l’addestramento dei piloti. Questo tipo di velivoli sono già stati ordinati da oltre 100 compagnie. L'indagine «è alle sue fasi iniziali», ha spiegato il colosso Usa, «ma a questo punto, secondo le informazioni disponibili, non abbiamo alcuna base per dare indicazioni agli operatori». Il 737 Max 8, che ha debuttato nel 2017, ha la particolarità del sensore «Angle of Attack» (angolo d’attacco) che corregge il profilo di volo gestendo autonomamente la quota del velivolo. Le associazioni di piloti hanno lamentato di averne scoperto l’esistenza solo dopo l’incidente indonesiano e di non aver ricevuto una formazione adeguata per affrontare guasti o imprevisti.