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Fridays For Future, studenti di tutto il mondo insieme contri i cambiamenti climatici

Greta Thunberg, l'ideatrice del movimento

Nella storia della lotta per il clima quella di venerdì 15 marzo rischia di essere una data che passerà alla storia. Cresce di ora in ora il numero delle adesioni a «Fridays4Future», lo sciopero degli studenti contro i cambiamenti climatici. Un movimento oramai globale, nato sull'onda dell’esempio dell’attivista svedese sedicenne Greta Thunberg: all’appuntamento di domani hanno finora aderito movimenti di studenti in 106 Paesi diversi, con manifestazioni previste in 1693 città ai quattro angoli del pianeta.

Da settimane il nuovo movimento degli studenti, trainato dalla 16enne Greta e da altri giovani leader ambientalisti, chiede a gran voce ai governi dei rispettivi Paesi politiche più incisive contro il riscaldamento globale, in particolare per ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i principali gas serra.

Lo sciopero salva-pianeta di domani si preannuncia come un evento record: all’ultimo appello lanciato da Greta su Twitter quattro giorni fa ("Il 15 marzo lo sciopero nelle scuole continua. Abbiamo bisogno di tutti. Passa parola!"), stanno rispondendo sempre più movimenti e associazioni. Un aumento esponenziale considerato che solo pochi giorni fa, il 10 marzo, Greta - diventata in pochi mesi la portabandiera della lotta al cambiamento climatico e addirittura candidata da alcuni parlamentari norvegesi al Nobel della Pace 2019 - faceva riferimento a 957 luoghi in 82 Paesi diversi. Due giorni prima, le piazze indicate erano «appena» 500.

Sul sito dei #FridaysForFuture, aggiornato in tempo reale, vengono elencati in ordine alfabetico tutti i Paesi partecipanti e il numero di piazze coinvolte negli scioperi studenteschi. Nelle ultime settimane gli studenti di 117 paesi hanno manifestato in 1939 luoghi diversi. E per l’appuntamento del 15 marzo i numeri sono davvero impressionanti: 1693 città in 106 paesi diversi, segnando il picco massimo del movimento dal suo lancio, lo scorso agosto, con Greta seduta di fronte al Parlamento di Stoccolma.

Basta guardare la mappa degli scioperi per il clima e ci si rende conto come «l'ondata verde» di Greta e degli studenti copra ormai quasi l’intero pianeta, coinvolgendo tutti i continenti, quasi tutti i paesi, capitali, capoluoghi fino ai piccoli centri di provincia.

L’Italia, con 182 raduni organizzati, è uno dei Paesi più attivi nella battaglia dei giovani in difesa del pianeta, dietro Francia (210), Germania (196), Stati Uniti (166), Svezia (123) e Gran Bretagna (108). In Europa la manifestazione del 15 marzo coinvolgerà gli studenti anche in Spagna (62), Portogallo (34), Belgio (30), Irlanda (29) e Finlandia (24).

Fuori dall’Ue e dagli Stati Uniti, i Paesi in prima linea sono Canada (53 raduni) e Australia (49). Molto significativa la partecipazione di diverse nazioni dell’America latina, tra cui Messico (28 raduni), Brasile (19), Argentina (17) e Cile (12). In Asia gli studenti più coinvolti sono quelli dell’India, con 26 proteste domani, mentre negli altri Paesi (Giappone, Nepal, Cina, Corea del Sud) la causa per il clima è risulta finora meno partecipata.

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