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Terrorismo a Mogadiscio, esplode un'autobomba davanti a un ristorante: 16 morti

I terroristi islamici somali al-Shabaab continuano a martoriare Mogadiscio: stavolta con un’autobomba fatta esplodere davanti ad un affollato ristorante della capitale causando almeno 16 morti e 17 feriti in un nuovo episodio della loro guerra per imporre la sharia al derelitto Paese del Corno d’Africa. Il veicolo é esploso in un’ora di punta nel quartiere di Waberi, sulla trafficata Maka al-Mukaram Road, vicino ad altri ristoranti e a un hotel: secondo fonti ufficiali della polizia, la maggior parte delle vittime sono avventori del ristorante preso di mira, gremito al momento dell’attentato.

L’autobomba ha causato uno scenario di distruzione ormai consueto a Mogadiscio, con sangue sull'asfalto, edifici vicini danneggiati, auto distrutte, arrivi e partenze di ambulanze a sirene spiegate e una massiccia colonna di fumo in cielo. Gli Shabaab ("i giovani") hanno rivendicato l’azione con un comunicato pubblicato su un sito vicino al gruppo, cellula somala di al-Qaida dal 2012. L’organizzazione integralista vuole imporre una versione estrema della legge islamica (la sharia) all’ex colonia italiana devastata una guerra civile iniziata nel 1991.

La loro strategia prevede attacchi suicidi a posti di blocco, hotel ed edifici governativi: solo sabato scorso, con un assalto che ha causato almeno 11 morti tra cui un viceministro e una ventina di feriti, un kamikaze in autobomba e quattro terroristi poi uccisi avevano attaccato il ministero del Lavoro. Nella stessa zona della Maka al-Mukaram Road, un anno fa, c'era stata l’autobomba contro l’hotel Wehliye che aveva causato - secondo radio Shabelle - almeno 20 vittime.

Anche se non rivendicato, viene attribuito agli al-Shabaab anche l’attentato con due camion bomba che nell’ottobre 2017 a Mogadiscio provocò la peggiore strage terroristica mai perpetrata in Somalia e una delle più sanguinose al mondo degli ultimi anni con un bilancio di 512 morti e 316 feriti. Si stima che questi terroristi somali siano migliaia, con roccaforti soprattutto nel centro e sud del Paese dove taglieggiano la popolazione per finanziarsi. Da quelle zone partono per i loro attacchi a Mogadiscio, da cui erano stati cacciati nel 2011 perdendo inoltre il controllo della maggior parte delle città.

Attaccando anche il confinante Kenya, il loro scopo é inoltre quello di cacciare le truppe straniere che li combattono nell’ambito di una missione da 20 mila uomini dell’Unione africana in cui Nairobi ha un ruolo rilevante. Gli Usa, che hanno 500 militari in piccole basi sul terreno, soprattutto negli ultimi mesi li stanno martellando con sanguinosi raid compiuti da droni. Le incursioni volute dal presidente americano Donald Trump, solo tra gennaio e febbraio, sono state 24 e hanno portato all’uccisione di 225 persone, quasi il totale dell’intero 2018.

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