Questa volta non è uno scherzo: Jan Boehmermann, di gran lunga il più celebre comico e moderatore tv tedesco, porta in tribunale Angela Merkel. E neanche ciò che chiede al tribunale è una barzelletta: Boehmermann pretende che la cancelliera ritiri pubblicamente quella che a suoi occhi era una «condanna» nei confronti di una poesia satirica rivolta contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Si tratta, disse allora Merkel, di un testo scritto «volutamente per ferire». Giudizio ripetuto dal suo portavoce, Steffen Seibert, anche nel tentativo di placare l’ira del capo di Stato turco.
Il punto è ovviamente la libertà artistica e d’espressione. La storia ha inizio nel marzo del 2016, quando il comico legge nella sua popolarissima trasmissione «Neo Magazin Royale» una furiosa poesia su Erdogan nella quale arriva ad evocare pratiche sessuali, condite di insulti e critiche politiche. Il presidente turco andò su tutte le furie, creando grande trambusto nella Repubblica federale.
Se da un punto di vista penale non vi furono conseguenze per Boehmermann, il giudizio civile si risolse con una condanna del comico. Il dibattito nell’opinione pubblica e sui giornali fu tanto feroce e appassionato, che si finì per mettere mano al codice penale, abolendo il paragrafo di legge che prevedeva il reato d’offesa nei confronti di capi di Stato stranieri.
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