L'opposizione venezuelana raccolta attorno a Juan Guaidò, il presidente dell'Assemblea nazionale (An) autoproclamatosi presidente ad interim, è scesa ancora una volta in piazza oggi a Caracas ed in numerosissime altre località venezuelane per protestare per i molteplici blackout elettrici e per la carenza di acqua e generi di prima necessità. Guaidò ha chiamato la mobilitazione odierna 'Operazione Libertà', motivandola con la necessità di dare un impulso decisivo alla "usurpazione" del potere da parte del presidente Nicolas Maduro, per gettare le basi della ricostruzione del Venezuela. Il leader dell'opposizione ha invitato i suoi sostenitori a dirigersi in quattro municipi della capitale (Sucre, Baruta, Libertador e Chacao) per marciare verso El Marqués, all'altezza della sede di Corpoelec, la compagnia statale di elettricità venezuelana.
All'ultimo momento, però, a causa di una forte concentrazione di agenti della Guardia nazionale bolivariana (Gnb) nel punto di arrivo, gli organizzatori del corteo hanno dovuto deviare dal cammino prefissato. Contemporaneamente, lasciando temere gravi incidenti che però non ci sono stati, sono scesi in strada anche i sostenitori del presidente Maduro che in tre cortei si sono diretti verso il Palazzo presidenziale di Miraflores. Il capo dello Stato, ha incoraggiato i 'chavisti' a raggiungere, "con allegria e con i colori del popolo" i tre punti di concentrazione (Sucre, Nueva Granada e Libertador) per ratificare "il carattere antiimperialista del Venezuela" e "difendere la pace e l'indipendenza nazionale".
Se a Caracas la situazione è rimasta calma, disordini fra oppositori e agenti della Gnb sono invece avvenuti a Barquisimeto e soprattutto a Maracaibo, in Zulia. In quest'ultima città due deputati dell'opposizione (Nora Bracho e Renzo Pietro) sono stati arrestati e rilasciati dopo alcune ore, mentre nei disordini a Maracaibo vi sono stati anche 30 feriti. Sottolineando che l'Operazione Libertà è cominciata oggi per continuare ad oltranza, Guaidò ha dichiarato che "Miraflores trema perché siamo nelle strade" ed ha annunciato che le manifestazioni antigovernative riprenderanno mercoledì. Intanto il governo venezuelano ha colto l'occasione della giornata di mobilitazione per denunciare la decisione degli Stati Uniti di porre un embargo a decine di navi venezuelane ed in particolare a due incaricate di trasportare combustibile a Cuba. In una dichiarazione rilanciata dal ministero egli Esteri, Maduro ha stigmatizzato la decisione degli Stati Uniti.
"Il Venezuela - ha sostenuto - considera cinica e criminale la decisione del governo di Donald Trump di pretendere di applicare misure che violano il diritto internazionale (...) annunciando sanzioni contro navi venezuelane e compagnie di trasporto per danneggiare l'invio di petrolio alla sorella repubblica di Cuba". "Ancora una volta - si sottolinea - gli Usa si collocano al margine dei più elementari principi legali" evidenziando la loro volontà di "generare sofferenze ai popoli della nostra America".
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