E’ alta tensione tra Usa e Iran. Dopo che il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, lo ha indicato al recente vertice dei ministri degli Esteri Nato tra le minacce principali, accanto a Russia e Cina, oggi l’amministrazione Usa ha designato come organizzazione terroristica straniera il corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica iraniana: è il principale braccio armato del governo, che risponde direttamente alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, controlla larghi settori dell’economia iraniana (compresa quella energetica) e gestisce i programmi nucleari e missilistici.
Una mossa definita «storica» dal dipartimento di Stato, che designa per la prima volta in questo modo una branca delle forze armate di un governo straniero, creando un precedente rischioso.
«Grazie per aver accettato un’altra mia richiesta che serve gli interessi delle nostre nazioni e di quelli della regione», ha incassato subito il premier Benyamin Netanyahu alla vigilia di elezioni al fotofinish.
«Un altro regalo pre-elettorale sbagliato a Netanyahu. Un’altra pericolosa disavventura degli Stati Uniti nella regione», ha twittato il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, che ha proposto e ottenuto dal Consiglio di sicurezza nazionale iraniano di includere le truppe Usa che operano in Medio Oriente e Asia nella sua lista delle organizzazioni terroristiche. Al pari dell’Isis. Le forze Usa «in Asia occidentale perderanno pace e tranquillità», ha annunciato il comandante dei Pasdaran, il maggiore generale Mohammad Ali Jafari.
Ed è proprio questo il pericolo maggiore della mossa americana, sostenuta da due falchi come il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. L’intelligence e i vertici delle forze armate avevano invitato alla prudenza per le possibili conseguenze sull'esercito Usa nella regione, in particolare in Iraq, dove le milizie sciite allineate con Teheran si trovano vicine alle truppe Usa.
I dirigenti del Pentagono, tra cui il generale Joe Dunford, capo dello stato maggiore congiunto, avevamo messo in guardia contro possibili ritorsioni. E anche la Cia aveva riserve. Fatto sta che ora il comando centrale Usa, da cui dipendono le forze americane in Medio Oriente, intende diffondere un’allerta regionale alle truppe nei prossimi giorni.
«Uno potrebbe anche chiedersi, dato che è difficile vedere perché questo sia nel nostro interesse, se il presidente non stia cercando una base per un conflitto», ha osservato l’ex sottosegretario e negoziatore con l’Iraq Wendy Sherman, ora direttore del Center for Public Leadership alla Harvard Kennedy
School. «Le guardie rivoluzionarie sono già pienamente sanzionate e questa escalation mette assolutamente a rischio le nostre truppe nella regione», ha aggiunto.
In effetti i Pasdaran sono già pesantemente sanzionati dagli Usa come sostenitori del terrorismo e l’Iran è già designato come 'stato sponsor del terrorismo' accusato di spendere circa un miliardo di dollari l’anno per sostenere gruppi come Hezbollah e Hamas. Ora però si alza il tiro: i guardiani della rivoluzione, e con essi il governo iraniano, sono accusati di essere implicati direttamente in attività terroristiche in molti Paesi, tra cui «Germania, Bosnia, Bulgaria, Kenya, Barhain e Turchia».
E chiunque faccia affari con loro rischia sanzioni Usa: Pompeo ha già ammonito tutte le «imprese e le banche nel mondo» a tagliare ogni legame finanziario con i Pasdaran.
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