Il leader nordcoreano Kim Jong-un è pronto a un terzo summit col presidente Donald Trump purché gli Usa avanzino un’offerta «accettabile» sulla denuclearizzazione per un accordo entro la fine dell’anno. Dopo l'apertura fatta dal tycoon giovedì incontrando il presidente sudcoreano Moon Jae-in alla Casa Bianca, Kim ha detto che non accetterebbe il ripetersi del copione del vertice di Hanoi, quando Trump abbandonò i negoziati senza intesa.
«Gli Usa hanno avanzato richieste unilaterali e dovrebbero abbandonare questo approccio». «In ogni caso, aspetteremo con pazienza la coraggiosa decisione degli Usa entro fine anno, ma sarà chiaramente difficile avere una così buona opportunità come quella avuta l’ultima volta», ha affermato Kim in un intervento tenuto venerdì alla sessione dell’Assemblea suprema del popolo e rilanciato oggi dall’agenzia ufficiale Kcna.
Kim, rimarcando il suo buon rapporto personale con Trump, ha aggiunto di non essere ossessionato dall’allentamento delle sanzioni e non esiterebbe a siglare un accordo con gli Usa con un’idea «accettabile» dalle parti. «Quello che è chiaro è che se gli Usa si avvinghiano all’attuale calcolo politico, l’outlook per la soluzione del problema sarò difficile e molto rischiosa».
Al vertice di Hanoi del 27-28 febbraio, Trump e Kim non riuscirono ad avvicinare le posizioni con un compromesso tra il processo di denuclearizzazione e l’allentamento delle sanzioni. Kim, che ha di recente rafforzato l’impegno per la costruzione di una «potente economia socialista», chiedeva di alleviare il peso delle sanzioni, osservando di aver già preso misure per la denuclearizzazione della penisola coreana.
Trump, ad ogni modo, replicò dopo Hanoi che il Nord voleva smantellare «del tutto» il principale complesso nucleare di Yongbyon, invece di tutti gli impianti e i programmi nucleari. Dopo il meeting con Moon, Trump ha detto che il terzo summit con Kim «potrebbe accadere», ma che renderlo reale non sarebbe un percorso «veloce». Allo stesso tempo, il tycoon ha espresso opposizione a possibili concessioni provvisorie affermando che le sanzioni sarebbero rimaste, anche sui progetti intercoreani di sviluppo congiunto fermi ormai da anni.
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